sabato 15 luglio 2023

Bauhaus: "Burning from the inside" (1983)

Usciva quarant'anni fa oggi "Burning from the Inside", quarto e ultimo album dei britannici Bauhaus. Il gruppo si era sciolto dieci giorni prima a causa delle tensioni seguite alle sedute di registrazione, durante le quali il cantante Peter Murphy era stato spesso assente a causa di problemi di salute. Sostituito in quattro tracce come cantante solista dal bassista David J e dal chitarrista Daniel Ash, Murphy partecipò poco anche alla stesura dei brani. Nonostante ciò, il disco è considerato uno dei loro migliori (e ospita il singolo di successo "She's in parties").



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Fra tutti i gruppi litigiosi della storia del rock, i Bauhaus sono stati probabilmente quelli più bravi a lavare i panni sporchi in famiglia. Nel lungo saliscendi dei rapporti personali complicati che ne hanno caratterizzato l'esistenza, poco è trapelato dei loro frequenti litigi, che hanno portato a lunghe pause nelle relazioni fra i singoli membri.

Il primo di questi litigi dall'esito irrevocabile, ammesso che di litigio si possa parlare, e non di qualcosa di più esangue e freddo, per quanto ugualmente ingestibile sul piano umano, avviene tra 1982 e 1983, quando i Bauhaus si trovano a comporre e incidere il loro quarto LP, "Burning from the inside", titolo ispirato da un'occasione in cui due membri del gruppo diedero fuoco per sbaglio agli interni di una macchina con l'accendisigari del veicolo.

Peter Murphy, il vampiresco cantante e principale faccia dei Bauhaus, in odore di problemi di droga per gran parte della sua carriera, viene infatti colpito da una debilitante polmonite, che gli impedisce di presenziare regolarmente alle registrazioni. I resoconti che si trovano tra biografie e articoli sono molto scarni, e non gettano luce su quanto effettivamente successo. Ciò che però viene dichiarato dai quattro membri del gruppo, Murphy, il chitarrista Daniel Ash, e i fratelli David J e Kevin Haskins, rispettivamente basso e batteria, è che l'assenza di Murphy da parte del processo creativo e delle registrazioni, al punto che quattro canzoni del disco verranno cantate da Daniel e David, portano a una frattura fra Murphy e i compagni che renderà loro impossibile proseguire insieme.

Il disco è, in effetti, il più frammentario e frammentato della loro carriera: diversi sono i brani che sono poco più che schizzi, abbozzi, scherzi macabri o nemmeno questo (i pochi secondi di "The Wasp"), parecchi i brani costruiti su chitarre semiacustiche e tempi moderati (l'inconcludente "King Volcano", l'affascinante crescendo di "Slice of life", "Kingdom's coming"). Altri sono pezzi più strutturati ed evoluti, che rimandano alle peculiarità tipiche dei Bauhaus, anche se la mancanza di una variabile dell'equazione alla lunga si fa sentire. La canzone che da il titolo all'album è una lancinante cerimonia funebre in cui si esprime al meglio la violenza controllata della chitarra di Ash, ma nel complesso i nove minuti e passa di durata appaiono un po' troppi per sostenerla; "Antonin Artaud" ne è il rovescio, violenza incontrollabile e brano più infernale e rabbioso del disco, anche se non il più lucido.

Per elevare il valore del disco, comunque, la genialità del quartetto si esprime in numerosi momenti di altissimo livello, a partire dal singolo di lancio e brano di apertura "She's in parties". Accompagnato da un video geniale che esprime perfettamente la poetica decadente, introversa e oscura del gruppo, il pezzo sboccia come un fiore notturno che trasuda corruzione e disperazione da ogni lacrima: la voce al limite della rottura di Murphy, le chitarre abrasive, post-industriali di Ash, il ribollire del liquido basso di David J, i discreti cori atmosferici, tutto è perfetto in questi quattro minuti di musica.

Strofa e ritornello di "Honeymoon Croon" sono forse le più entusiasmanti del disco, splendidi anche "Who killed Mr Moonlight" e il finale corale di "Hope", un raro e paradossale momento di luce nel catalogo di un gruppo che si sarebbe sciolto una settimana prima della pubblicazione di questo disco.

Senza Murphy (che si imbarca nel progetto Dali's Car con il bassista dei Japan Mick Karn), Ash e il batterista Kevin Haskins formano i Tones on Tail, poi si ritrovano con David J nei Love and Rockets nel 1985. La riunione di tutti e quattro prenderà forma solo nel 1998.

- Prog Fox

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