domenica 14 maggio 2023

Vampire Weekend: "Modern Vampires of the City" (2013)

Esce dieci anni fa oggi "Modern Vampires of the City", terzo album degli americani Vampire Weekend. Centomila copie vendute e primo posto nella prima settimana di pubblicazione, Best Alternative Music Album ai Grammy 2014 e ai primi posti nelle classifiche dei dischi migliori dell'anno di Rolling Stone (#1), Stereogum (#3), Spin (#3) e Pitchfork (#1). Gruppo di punta dell'indie americano degli anni zero e anni dieci, sono discendenti del Paul Simon di "Graceland" e cantori della New York del nuovo millennio, quella che si è ripresa dall'11 settembre e ha vissuto l'era di Obama. Il disco è splendido, forse il migliore e più compiuto della loro carriera. È anche l'ultimo con il chitarrista-cantante, co-autore e produttore iraniano-americano Rostam Batmanglij, che lascia amichevolmente dopo il tour promozionale.



(disco completo: https://tinyurl.com/2xhuze43

La città è New York e i vampiri sono tornati.

Per l'ultima volta, forse.

Ma intanto sono tornati. E New York è sempre New York, in continuità con la città coperta di smog nel 1966 della copertina, con la città edonista degli anni ottanta dalla quale Paul Simon fugge in Sudafrica per cantare contro l'apartheid in "Graceland", con la città devastata dal crollo delle Torri Gemelle nel 2001.

È il 2013 e regna il presidente Obama. Nel bene e nel male, una breve parentesi prima che tutto bruci di nuovo. Sta bruciando la Libia e presto lo faranno la Siria e l'Ucraina, e il sogno di cambiamento incarnato dal primo presidente afroamericano non è stato sognato come si immaginava.

Ma c'è ancora la speranza, la maionese non è ancora impazzita, non ci sono Trump né Hillary, e tutto sommato si può guardare al futuro con un certo ottimismo.

E i Vampire Weekend incarnano questo periodo di confusione e speranza con le loro canzoni della New York multiculturale che incarnano essi stessi: il cantante e principale compositore Ezra Koenig è ebreo, il chitarrista, co-autore e produttore Rostam Batmanglij è iraniano, il bassista Chris Baio è italoamericano e Chris Tomson è del New Jersey.

Formatisi nel 2006, i Vampire Weekend, che prendono il nome da una storia concepita da Koenig su vampiri nel New England, ispirata al film "Ragazzi perduti", raggiungono il successo nella fertile era dei blog su internet. Se nei primi due dischi del gruppo le canzoni e le liriche sono estremamente egocentrate, su "Modern Vampires of the City" i vampiri iniziano per la prima volta a guardarsi davvero attorno e a scoprire quello che sta succedendo nella loro città e nella loro nazione - e non sempre gli piace.

Inciso con il produttore Ariel Rechtshaid senza nessuna fretta e senza nessuna scadenza, il disco è impregnato di una atmosfera rilassata e calda, amichevole e positiva, di una positività fragile e speranzosa assieme; delle prime disillusioni della vita adulta, che però sembrano ostacoli e non una strutturale colata di bitume che impedirà la realizzazione dei vostri sogni giovanili.

E così il disco scorre come un fiume tranquillo, con lo sguardo di quattro ragazzi di ventinove anni sulla vita, quell'età simbolica in cui ci si prepara a diventare -enni, a diventare adulti anche negli anni zero che ci infantilizzavano ancora, prima che diventassimo tutti quarantenni immaturi.

E sono canzoni bellissime, che è sempre la cosa più importante in un disco fatto di canzoni. Fin dall'apertura, con l'uno-due da KO di "Obvious Bicycle" e "Unbelievers", i brani più vecchia maniera del disco, necessari a fornire la continuità fra i precedenti e questo (e chiaramente quelli in cui Koenig e Batmanglij suonano maggiormente come Simon & Garfunkel), seguite dall'altrettanto valido singolo "Step", un canone condotto dal clavicembalo e dalla percussività sixties di Tomson.

Commoventi poi gli arrangiamenti orchestrali di "Don't lie", mentre "Hannah Hunt" ed "Everlasting Arms" ospitano addirittura influenze springsteeniane, specialmente la prima nell'impiego del pianoforte e delle immagini (d'altronde Tomson e Koenig sono cresciuti nel Jersey), mentre la seconda con l'organo delicato alla Danny Federici e il basso liquido e profondo di Baio. Prosegue il nucleo centrale del disco la coppia di brani uptempo "Finger Back" (un etno pop punk scatenato) e "Worship You", canzone che riflette sulle delusioni e le illusioni provate quando si crede in qualcosa, che sia un Dio o una figura religiosa o un ideale politico (e più di un critico ci ha visto una influenza delle parziali delusioni generate dalla presidenza Obama).

Il disco chiude alzando il tasso di malinconia col meraviglioso singolo "Ya Hey", inno del disagio dei nerd e degli introversi di tutta New York, a cui risponde la riflessione speranzosa di come la città abbia visto gli uomini vivere sulle rive dello "Hudson", e con il breve epilogo di "Young Lion", lasciandoci inebriati da un senso di giocosa malinconia, di agrodolce felicità, come alla fine delle migliori puntate di "Scrubs".

I vampiri sono tornati, per l'ultima volta.

Sono passati dieci anni, e ascoltare "Modern Vampires" è veramente come ascoltare un reperto di un altro mondo, di un'altra era. Poi verranno il 2014 e il 2016. Batmanglij lascerà il gruppo amichevolmente, Baio lo trascurerà per i suoi progetti paralleli e i Vampire Weekend resteranno perlopiù inattivi. Nel 2019 Koenig, Baio e Tomson si riuniranno per incidere un altro lavoro, ma l'era degli album sarà ormai finita e anche la rilevanza dei Vampire Weekend con essa. Poi ci saranno il covid e il 2022.

Un mondo in cui gli esseri umani si distruggono, un mondo senza sogni, senza poesia e senza albe in cui non c'è posto per i vampiri della città.

- Prog Fox


Chris Baio, bass guitar; Rostam Batmanglij, guitars, banjo, keyboards, piano, programming, lead & backing vocals; Ezra Koenig, lead vocals, guitars & piano; Christopher Tomson, drums.

with: Ariel Rechtshaid, additional programming (#1,2,4,11); additional bass guitar (#7); Jeff Curtin, additional drums (#4); Brendan Ryan, accordion (#2); Johnny Cuomo, flistle (#2); Danny T. Levin, trumpet (#2,11); Elizabeth Lea, trombone (#2,11); Seth Shafer, tuba (#2,11); Adam Shatz, saxophone (#4); Angel Deradoorian, backing vocals (#1,9,12); Fanny Franklin, backing vocals (#8).

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