giovedì 25 maggio 2023

Mike Oldfield: "Tubular Bells" (1973)

Cinquant'anni fa oggi usciva uno dei debutti discografici solisti più incredibili della storia del rock: "Tubular Bells" del chitarrista inglese Mike Oldfield. Era anche il primo disco pubblicato dalla neonata Virgin Records, fondata da Richard Branson, proprietario prima di un negozio di dischi e poi di uno studio di produzione assieme a Nik Powell. Grazie al suo suggestivo impiego nella colonna sonora del film "L'Esorcista" di William Friedkin, "Tubular Bells" si impose clamorosamente anche dal punto di vista commerciale, pur essendo una suite di rock progressivo puramente strumentale che si dipana senza interruzioni su due facciate.



(disco completo qui: )

Mike Oldfield nasce il 15 maggio del 1953 a Reading. Il padre è un medico inglese, la madre una infermiera irlandese. Dopo avere imparato presto a suonare la chitarra, fonda un duo folk con la sorella Sally, con cui incide l'album "Children of the Sun". Nel febbraio del 1970, ad appena sedici anni, viene assunto da Kevin Ayers, ex-bassista dei Soft Machine, come chitarrista e bassista per il suo nuovo progetto, i Whole World, con cui incide "Shooting at the Moon" e "Whatevershebringswesing". Con lo scioglimento del gruppo, Oldfield inizia a incidere le sue idee musicali su un registratore portatile regalatogli da Ayers stesso. È l'inizio della parabola di "Tubular Bells", uno dei dischi di maggiore successo della storia del rock.

Ispirato da "A Rainbow in Curved Air" di Terry Riley e da "Septober Energy" dei Centipede, Oldfield prende una direzione del tutto nuova per il rock di quegli anni: due lunghe composizioni di oltre venti minuti l'una, quasi interamente incise da lui stesso, attraverso una sovraincisione di uno strumento dopo l'altra, strati e strati di idee musicali strabordanti che costeggiano folk, progressive, musica da camera, e anticipano musica ambient e musica new age, nonostante il fatto che la chitarra elettrica e il basso di Oldfield siano profondamente radicati nel rock e, se proprio vogliamo usare classificazioni, ancorino la sua musica a quelle radici.

Dopo avere inciso i demo sul registratore di Ayers, Oldfield inizia a cercare un produttore: è Richard Branson, un imprenditore partito da un servizio di vendita di dischi per corrispondenza, trasformato poi in un negozio di dischi vero e proprio, e arrivato a possedere uno studio di registrazione (il Manor Studio), che si offre di fargli incidere l'album e a pubblicarglielo come primo prodotto della sua nuova casa discografica indipendente, la Virgin Records.

Introdotto da uno dei riff di pianoforte più famosi del secondo Novecento, anche grazie all'uso che ne venne fatto da William Friedkin nella colonna sonora dell'Esorcista, "Tubular Bells" si dipana sul lato A attraverso una ordalia di melodie, chitarre e tastiere giustapposti nelle maniere più fantsiose; accanto a Mike troviamo la sorella Sally e la cantante Mundy Ellis alle voce femminili, e l'accompagnamento di Jon Field al flauto traverso e di Lindsay Cooper (in seguito membra degli Henry Cow) al controfagotto. Il lato si chiude con un'altra sezione ripetitiva, suonata all'unisono da un numero sempre crescente di strumenti introdotti da Viv Stnshall della Bonzo Dog Band, scelto da Oldfield per la simile performance eseguita dall'uomo sul loro pezzo "The Intro and the Outro" del 1967. È proprio la declamazione 'plus... tubular bells!' di Stanshall che, unita al suono imperioso delle campane tubolari, ispirerà il titolo del disco.

Se il lato A viene inciso a novembre del 1972, a Oldfield manca ancora il materiale per completare il disco. È solo ad aprile del 1973 che torna al Manor Studio della Virgin per incidere la seconda parte dell'album. Inizialmente, la traccia segue le variazioni folk, prog e ambient che caratterizzano anche il primo lato, ma poi arriva per la prima volta una vera sezione rock, formata dal basso elettrico di Mike e dalla batteria di Steve Broughton (batterista della Edgar Broughton Band), a tessere una trama sulla quale un Oldfield furioso per la fretta che gli sta mettendo Branson (e per la richiesta di un brano cantato da poter pubblicare come singolo) canta una impubblicabile esibizione rabbiosa e senza parole che verrà attribuita nei crediti a un 'Piltdown Man', sorta di uomo delle caverne (protagonista di una celebre truffa), ancora più grottesco perché rallentato dal tecnico del suono e quindi caratterizzato da una timbrica più cupa e innaturale.

Il disco termina con una sezione chiamata "The Sailor's Hornpipe", eseguita da Oldfield fin dai tempi dei Whole World, incisa al manor Studio con il tecnico del suono Newman alla chiarra acustica, Oldfield al mandolino e Viv Stanshall alla voce. Gran parte del brano fu però rimaneggiata per renderla più coerente col resto della composizione, cancellando del tutto il contributo di Stanshall, che si può ritrovare solo nei brani bonus delle versioni rimasterizzate.

Disco incredibilmente originale di un chitarrista e compositore appena ventenne, "Tubular Bells" fu anche enormemente influente, ed esercitò la propria ombra sul progressive rock della seconda parte del decennio (assieme a "Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd), sulla musica ambient, sulla musica new age, nel contempo rendendo la Virgin Records una compagnia discografica di primo piano. Il successo incredibile di un disco così diverso da quello che si sente usualmente in classifica, paragonabile solo a exploit simili come "Take Five" di Dave Brubeck e "Kind of Blue" di Miles Davis, segna nel bene e nel male tutta la carriera di Oldfield, che per ossessione personale od opportunismo commerciale tornerà ancora e ancora sul brano, rileggendolo e reincidendolo numerose volte (1975, 1992, 1998, 1999, 2003).

- Prog Fox

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