sabato 15 aprile 2023

Giuni Russo: "Vox" (1983)

Il 15 aprile di quarant'anni fa veniva stampato "Vox", terzo album della cantautrice siciliana Giuni Russo e seconda delle sue collaborazioni con la squadra capitanata da Franco Battiato, qui co-autore con Giusto Pio di due brani: il disco viene inciso nello studio del chitarrista Alberto Radius, arrangia Roberto Cacciapaglia, produce Angelo Carrara, suonano Paolo Donnarumma al basso, Alfredo Golino alla batteria e Stefano Previsti alle tastiere, mentre collaborano alla scrittura anche la compagna di vita Maria Antonietta Sisini e il fotografo e musicista Francesco Messina (partner di Alice). L'album, naturalmente, è splendido.



(disco completo qui: tinyurl.com/mr2273zf)



Dopo l'ottimo risultato raggiunto con "Energie" (1983), realizzato negli studi di Alberto Radius assieme a Franco Batttiato e Giusto Pio, Giuni Russo decide di giocare secondo la formula 'squadra che vince non si cambia'. L'anno successivo, pertanto, torna a Milano da Radius e un blocco di composizioni scritte con la compagna di vita Maria Antonietta Sisini. Lì ritrova Franco Battiato e Giusto Pio, che scrivono con lei due canzoni, membri vecchi e nuovi della band di Franco, anche se in linea con la sua costante ricerca di novità e sperimentazione, sceglie per gli arrangiamenti del disco Roberto Cacciapaglia, musicista di formazione classica e interessi elettronici, amico e collaboratore di Battiato dal 1973.

Come facciamo ogni volta che si parla delle grandi cantanti che hanno lavorato con Battiato in quegli anni, quali Giuni, Alice o Milva, bisogna sempre ricordare che successo e influenze sono state reciproche, e che i dischi di Franco di quegli anni non sono immaginabili senza i suggerimenti creativi che venivano da queste grandi artiste; allo stesso modo va notato che il gruppo di musicisti e arrangiatori che Radius e Battiato portano alle sessioni di questi album hanno la possibilità di mettere in mostra il loro valore e contribuire creativamente, in un bellissimo lavoro di squadra che ha prodotto alcuni dei dischi di pop più belli della musica italiana, in un periodo di creatività apparentemente inesauribile, incoraggiata e alimentata vicendevolmente.

Il nuovo album si chiama "Vox", a mettere l'enfasi sulle incredibili qualità vocali della cantante, anche se l'apparente superbia viene subito ridimensionata dalla copertina, in cui Giuni appare a fianco di un amplificatore della marca Vox, appunto, quasi a schermirsi e dire che non è lei la protagonista, bensì il muro sonoro creato dai suoi favolosi musicisti e co-autori. In effetti quello che emerge dall'ascolto di queste otto canzoni è la potenza sonora esplosiva dei brani, in quello che è uno dei dischi più energici ed elettrificati della carriera di Giuni.

Come nel precedente "Energie", ognuna delle canzoni ha una fisionomia chiara, una melodia purissima e orecchiabile, e una struttura o un arrangiamento anomalo e coinvolgente, un elemento di interesse, una coloritura che lascia a bocca aperta. Nel complesso, nella qualità delle melodie forse "Energie" si lascia preferire, ma "Vox" ne è un degno seguito e artisticamente non ha nulla da invidiargli.

Esempi superbi di questa capacità di coniugare scrittura e arrangiamenti sono la stupenda "Abbronzate dai miraggi", con testo di Francesco Messina (compagno di Alice, sempre per la formula dello squadrone di fenomeni che ruota attorno a Battiato in quegli anni) che prosegue nella scia delle canzoni estive inaugurata l'anno precedente con "Un'estate al mare" (e che comprenderà altri successi come "Limonata cha cha cha" e "Alghero"), naturalmente tormentoni estivi sui generis, da par suo; il synth pop etnico di "Buenos Aires", dominata dal bandoneón di Gianni Zilioli e da un meraviglioso ritornello elegiaco, e di "l'Oracolo di Delfi", con testo parzialmente in greco antico redatto dal critico musicale Mario Luzzatto Fegiz.

"Post-Moderno" chiude il lato A con un grande crescendo, a partire da una base ritmica ossessiva in salsa quasi krautrock/Kraftwerk, mentre il lato B è inaugurato da "Oltre il muro", con un Radius in splendida forma. "Sere d'Agosto" conferma la fascinazione di Giuni per l'estate, in un brano soffice e leggero dal ritornello nostalgico e commovente.

Roberto Cacciapaglia scrive per Giuni "Le grandi colpe" su testo della compagna, la scrittrice Giada Manca di Villahermosa, brano in cui Radius si ritaglia un lancinante, inusuale assolo di chitarra elettrica. Il disco termina con un altro fantastico classico come "Good good bye" (una collaborazione Battiato/Messina/Pio/Russo), con l'inconfondibile basso pulsante di Paolo Donnarumma e splendidi incroci di fiati e chitarre nell'arrangiamento.

Se non si fosse capito dall'entusiasmo con cui abbiamo redatto questo sommario, "Vox" è un altro disco incredibile, capace di sublimare accessibilità e sperimentazione come poche artiste sono riuscite nell'ultimo quarto del secolo scorso. Disco immancabile nella vostra collezione, se amate Giuni Russo, i lavori di Alberto Radius, l'opera di Franco Battiato, o quelli di uno qualsiasi dei tanti grandi artisti che hanno contribuito a rendere questo disco un piccolo capolavoro del pop italiano.

- Prog Fox

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