giovedì 23 marzo 2023

Roxy Music: "For your pleasure" (1973)

Cinquant'anni fa oggi vede la luce il magistrale "For your pleasure", secondo, magnifico album dei Roxy Music di Bryan Ferry, eredi del glam e del progressive e precursori dei new romantic. Si tratta dell'ultimo disco in cui compare come membro del gruppo Brian Eno. La modella in copertina è Amanda Lear.



(disco completo: https://tinyurl.com/yw7w8sx8)

Dopo l'uscita del primo, bellissimo album omonimo d'esordio, i Roxy Music si trovano a dover fare i conti con il difficile passo del secondo album, peraltro senza il contributo del loro bassista e co-fondatore Graham Simpson. I cinque membri rimanenti, il cantante e tastierista Bryan Ferry, il maestro di sintetizzatori e nastri Brian Eno, il chitarrista Phil Manzanera, il sassofonista Andy Mackay e il batterista Paul Thompson, reclutano temporaneamente come bassista il sessionman e produttore John Porter, per incidere il disco e per il tour successivo.

"Do the Strand" apre il disco sulla falsariga dei loro brani up-tempo dell'album precedente come "Remake Remodel" e "Virginia Plain", ma con un taglio ancora più cupo e oscuro. Mentre l'esordio infatti si dibatteva nel dualismo fra luce (artificiale) e ombra (notturna), fra solennità e sarcasmo, "For your pleasure" prende decisamente una virata verso la dissoluzione. Nello stesso stile ipnotico e sincopato troviamo "Editions of You", in cui Mackay, Eno e Manzanera fanno a pezzi la melodia in una sequenza solista efficace ed allucinata (che però ricorda troppo quelle analoghe del primo album).

Emblematico di questo senso incombente di malessere e assenza di luce è la disperata, devastante "In every dream home a heartache", uno dei cuori musicali dell'album, dedicato all'amore insano di un uomo per la propria bambola gonfiabile. Aperta da una sequenza letargica di organo sulla quale Ferry declama una litania morbosa e torpida, la voce si trasforma poi in una esplosione di violenza repressa e contenuta a stento dallo strabordante solismo di Manzanera, sottolineato con maestria dalla splendida batteria di Thompson. Né "Beauty Queen" né "Strictly Confidential" sono completamente prive di speranza, ma l'atmosfera di queste due bellissime canzoni è comunque notturna e inquieta, più sardonica la prima, più pensosa e dimessa la seconda.

Il crooning della entusiasmante "Grey Lagoons" offre un breve momento di romanticismo e vitalità, rafforzato dal bar room piano di Ferry e dal solismo illuminato di Manzanera, e traccia uno squarcio sul futuro del gruppo. Deprimente, decadente ed espressionista, invece, la conclusiva, magnifica "For your pleasure", la cui interminabile coda onirica (che vede Eno svettare ma tutti protagonisti) non può che lasciare l'ascoltatore profondamente angosciato e turbato dopo questa accumulazione di emozioni negative, dopo questa discesa sempre più nera e opprimente nell'animo umano che è l'album.

Nonostante qualche momento meno a fuoco, come i nove minuti di "The Bogus Man", che vorrebbe essere ossessiva e inqietante ma appare più che altro ripetitiva, il disco è un altro riuscito viaggio art rock che conferma i Roxy Music come un gruppo di primaria importanza degli anni settanta, e una incalcolabile influenza su moltissimi artisti protagonisti del decennio successivo, dagli Ultravox ai Duran Duran.

I contrasti fra Bryan Ferry e Brian Eno portano alla fuoriuscita di quest'ultimo dal gruppo, tutto sommato di buon grado, data la natura comunque bonaria del grande scultore sonoro. Eno realizzerà una sequenza fenomenale di album alla confluenza fra rock progressivo e glam rock, mentre Ferry porterà i Roxy Music verso lidi sempre più decadenti e romantici, correndo con maestria lungo la linea di demarcazione fra i due mondi per mostrarci quanto purezza e decadenza siano in realtà inevitabilmente legati. Forse i due mondi, quello naif di Eno e quello assolutamente cerebrale e consapevole di Ferry, non potevano più stare insieme.

- Prog Fox



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