giovedì 23 marzo 2023

King Crimson: "Lark's Tongues in Aspic" (1973)

Esce il 23 marzo di cinquant'anni fa "Lark's Tongues in Aspic", quinto album in studio dei King Crimson, una delle massime formazioni del rock progressivo britannico e del rock tutto. E il disco è uno dei loro più riusciti, atto rifondativo del gruppo dopo il primo scioglimento ad opera di Robert Fripp l'anno precedente. Il chitarrista si circonda di una nuova formazione di improvvisatori radicali, il batterista Bill Bruford (proveniente dagli Yes), il percussionista Jamie Muir, il violinista David Cross, e il bassista-cantante John Wetton (una delle figure più importanti del progressive allo strumento, transfuga dai Family), che esprimono su questo LP una furia e un estro creativi difficili da contenere - e da eguagliare.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/bddk28aj)

Il 13 ottobre del 1972 rinasce a Francoforte il Re Cremisi. I King Crimson, formazione dominante della storia del rock progressivo attraverso i suoi quattro album realizzati a partire da "In the court of the Crimson King" nel 1969, si erano sciolti sei mesi prima al termine di un tour americano, per volontà del chitarrista Robert Fripp, un tempo primo fra pari all'atto di nascita del gruppo, e ora ultimo sopravvissuto delle lotte di potere intestine che lo avevano visto liberarsi, nell'ordine, di Greg Lake, Ian McDonald, Micheal Giles e Pete Sinfield (oltre che di tutti i musicisti con cui li aveva rimpiazzati volta per volta - ultimi dei quali Boz Burrell, Ian Wallace e Mel Collins).

La nuova versione del gruppo attira l'attenzione di tutti almeno per la presenza di un nome, quello di Bill Bruford, membro fondatore e batterista degli Yes, altro gruppo fondamentale del mondo del prog inglese, da lui lasciato nel luglio del 1972, dopo le registrazioni di "Close to the Edge". Ma anche se meno noti all'epoca, non sono da meno il violinista David Cross, il percussionista Jamie Muir (improvvisatore estremo di free jazz che soleva usare qualunque oggetto come strumento percussivo) e soprattutto il bassista e cantante John Wetton, già membro dei Mogul Thrash e dei Family (con i quali incide ben due album nel 1971-1972).

L'idea di Fripp è chiara: rilanciare l'aspetto centrale delle improvvisazioni nelle esibizioni dal vivo, già abbondantemente protagoniste di ogni formazione dalla fondazione nel luglio 1969 al primo scioglimento nel febbraio del 1972, con un nuovo gruppo di musicisti dalle influenze jazz, free jazz, romantiche, moderniste ed est-europee. Le composizioni sono opera principalmente di Fripp e Wetton, coadiuvato ai testi dall'amico Richard Palmer-James (membro fondatore dei Supertramp trasferitosi in Germania dopo avere lasciato quel gruppo). Il resto della band collabora alla stesura delle improvvisazioni strumentali e alle cesure fra le sequenze scritte separatamente dai due autori.

Nel gennaio e nel febbraio del 1973 il gruppo si dedica all'incisione del primo lavoro del nuovo quintetto, "Lark's Tongues in Aspic". È l'ennesimo capolavoro del Re Cremisi.

Il brano eponimo del disco è una suite di tredici minuti fatta di violenza, melodia e improvvisazione, indubbiamente uno degli strumentali più entusiasmanti del progressive di quegli anni e forse il migliore strumentale di tutta questa incarnazione dei King Crimson, grazie al contributo di tutto il gruppo, qui al suo massimo.

Completano il lato A le canzoni che sono il culmine emotivo del disco: la dolcissima, sognante "Book of Saturdays", nella tradizione delle "I talk to the wind" e delle "Cadence and Cascade", straziante arpeggiatura elettrica sulla quale Wetton esprime al meglio le proprie doti canore, il suo baritono solido e arioso allo stesso tempo, meno solenne e angelico dell'altro enorme bassista-cantante progressive a cui viene spesso comparato, l'amico-rivale storico Greg Lake, ma con un timbro appena scartavetrato e più sanguigno; e il momento forse più elevato di tutto il disco, "Exiles", quasi otto minuti capaci di strapparvi il cuore dal petto con le sue liriche di abbandono e disperazione e le sue folate di prog romantico che emergono come edifici dalla nebbia intessuta dagli strumentisti.

Voltando lato, troviamo subito un altro capolavoro, "Easy Money", il lato più rabbioso e aggressivo del quintetto. Musicalmente ricorda le atmosfere di "Ladies of the Road" sul precedente album "Island", anche se il taglio più quadrato, le sferzanti schitarrate di Fripp, dal suono assolutamente malvagio, e l'improvvisazione percussiva di Muir ne fanno qualcosa di piuttosto diverso. Va anche notato come l'impostazione free di Muir avrà d'ora in avanti una influenza enorme sullo stile di Bruford, la cui esperienza nei controllatissimi e minuziosissimi Yes lo aveva visto evolvere tecnicamente e compositivamente in maniera enorme ma sempre molto cerebrale; laddove Muir ne sblocca e altera per sempre il potenziale creativo.

Dopo oltre mezz'ora di musica fenomenale, però, la luce sembra affievolirsi sul gruppo e l'ultimo quarto d'ora del disco appare al vostro umile recensore come abbastanza trascurabile e ripetitivo, anche se mai neanche lontanamente offensivo: tolto il finale di "The Talking Drum", il riff d'apertura di chitarra di "Lark's Tongues in Aspic Part II" e quello centrale di violino (che rivaleggia con quelli contemporanei della Mahavishnu Orchestra), i due pezzi finali si potevano ampiamente ridurre come minutaggio. Menzione di disonore per "Lark's Tongues in Aspic Part II", non perché in sé un brutto pezzo, ma perché Robert Fripp si dimostrerà, nell'arco dei cinquant'anni successivi della sua carriera, completamente ossessionato dal riff della composizione al punto da riprenderlo e rielaborarlo in almeno quattro o cinque pezzi futuri del gruppo. No grazie.

Un finale in calando non deve comunque gettare ombre sul valore assoluto del disco, che a parere di chi scrive si colloca comunque per eccellenza fra i primi cinque lavori dei King Crimson, e che per il suo ruolo storico non può assolutamente mancare nella collezione di qualunque appassionato di rock progressivo.

Atto di rinascita di uno dei più grandi fenomeni del rock, non solo progressivo, "Lark's Tongues in Aspic" si fa preferire, fra i fan dei King Crimson, dagli amanti dell'avanguardia, dell'improvvisazione e dell'hard rock, rispetto agli amanti del progressive romantico, che pure non manca affatto nelle pieghe dei brani. "Lark's Tongues in Aspic" da il via a una trilogia di album rispettati tanto dagli amanti dell'heavy metal che dagli amanti del punk, della new wave e del rock alternativo che in genere non hanno tanta pazienza con i dinosauri prog di questa età musicale.

A ogni modo, la formazione a cinque ha breve vita: Jamie Muir decide che la vita della rockstar non fa per lui e si ritira a vivere in un monastero buddista in Scozia; tornerà alla musica solo nel 1980. Il gruppo, invece, continua imperterrito con solo quattro elementi - Bruford, Cross, Fripp & Wetton.

- Prog Fox

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