mercoledì 22 febbraio 2023

Radiohead: "Pablo Honey" (1993)

Esce il 22 febbraio di trent'anni fa "Pablo Honey", album di debutto discografico degli inglesi Radiohead. Uscito nel pieno germogliare del brit pop, il disco li mette subito in luce grazie alla popolarità incredibile di "Creep", singolo che nel bene e nel male perseguiterà i primi anni della loro carriera.



(disco completo: https://tinyurl.com/nd964udy

Tutti siamo stati giovani, tutti siamo cresciuti per costanti approssimazioni, tutti abbiamo in qualche modo annaspato nell'imperfezione.
Per poi, magari, restare imperfetti e non scrivere niente di più importante nel proprio diario esistenziale rispetto a qualche bozzetto, a qualche tentativo che lì nasce e lì resta.
Oppure, ed è la cosa più interessante, si è poi riusciti a dare all'imperfezione e all'approssimazione un nuovo senso ed un nuovo taglio. Migliorare, certo, evolversi e affinare il tiro. E permettere, addirittura, di concere a quei primi bozzetti il beneficio di una seconda lettura, di una nuova contestualizione: che meglio li collochi e che li faccia magari rileggere sotto altra e più interessante luce.

Intendiamoci: stiamo parlando ovviamente di percorsi artistici, musicali.
Ed intendiamoci ancora meglio: se i Radiohead si fossero fermati nella loro carriera alla pubblicazione di Pablo Honey (1993) nulla di loro sarebbe oggi particolarmente rilevante.
Certo: la maledizione di "Creep", (s)fortunato singolo di esordio, avrebbe potuto davvero soffocare nella culla ogni ipotesi di carriera. Troppo pesante il marchio che tale brano colloca sulle spalle della band, nel bene (fulminei riflettori addosso) e nel male (ma davvero ha senso un pezzo così totalizzante, identificativo e polarizzato?)
Le rasoiate di Greenwood appaiono un marchio di fabbrica ammaliante ma contemporaneamente un recinto in cui rinchiudere un "tipo" di band e dal quale è difficile uscire e smarcarsi.

"Pablo Honey" è anche altro, oltre "Creep": la memorabilità non è ancora in queste tracce ma i germi di intuizioni interessanti sono presenti e non vanno trascurate.
"You", "Stop Wispering", "Thinking about You", "I can't", "Lurgee" non sono pezzi secondari e sebbene non incendiari sono sopra la media della produzione di molte altre brit-sensation dell'epoca.
Il resto è carne sulla brace, sono scatti non ancora completamente a fuoco ma promettenti nell'inquadratura.

"Pablo Honey" è da ascoltare soprattutto nell'ottica di quello che è venuto dopo. Dalla fuga da "Creep" al tentativo, più o meno cosciente e più o meno riuscito, di essere il centro pulsante dello spirito dei tempi.
Tutto parte da qui: da queste ruvide imperfezioni, da queste pulsanti smagliature, da queste prove generali di salto nel futuro.

- il Compagno Folagra

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