sabato 25 febbraio 2023

John Cale: "Paris 1919" (1973)

Esce il 25 febbraio di cinquant'anni fa "Paris 1919", album del cantautore, compositore e bassista gallese John Cale, meglio noto come membro fondatore dei Velvet Underground. "Paris 1919" è considerato il più accessibile degli album di Cale, quello meno abrasivo e sperimentale, nel quale le ambizioni musicali dell'autore si rivolgono prevalentemente alla ricerca del bello e dell'elegiaco, con risultati strazianti anche per il nucleo tematico del disco, incentrato sull'Europa fra le due guerre mondiali, quella sorta, appunto, dalla conferenza di pace di Parigi del 1919.



(disco completo: https://tinyurl.com/2p8ap3mm)

Dopo due dischi con i Velvet Underground, uno con Terry Riley, l'esordio alla produzione con Nico, e due album solisti, il musicista gallese John Cale decide di partire per Los Angeles, dove incide con un gruppo di musicisti americani il suo disco paradossalmente più europeo, "Paris 1919", il cui titolo e le cui atmosfere sono ispirati dall'Europa fra le due guerre mondiali, quella sorta, appunto, dalla conferenza di pace di Parigi del 1919.

Ad accompagnarlo ci sono il chitarrista Lowell George e il batterista Richie Hayward, presi in prestito dai Little Feat, e il bassista e sassofonista afroamericano Wilton Felder, membro dei Crusaders e celeberrimo sessionman che all'epoca ha già suonato per Jackson 5 e Joni Mitchell e finirà per lavorare con chiunque, dagli Steely Dan a Marvin Gaye. Cale scrive anche le partiture per la UCLA Symphony Orchestra che partecipa alle incisioni del disco.

Il disco è considerato uno dei più accessibili di John Cale, e forse per questo uno dei migliori da pubblicazioni come "Wire" (1998), "1001 Albums You Must Hear Before You Die" (2006) e "Uncut" (#99 nella classifica dei migliori album di sempre del 2016). Pregiudizi a parte, la realtà è che Cale scrive e arrangia il disco con l'idea di perseguire sonorità nostalgiche, elegiache, talvolta malinconiche, e quindi abbassa di conseguenza il tasso di abrasività, secondo il principio dantesco dell'adeguatio verbi rei.

Questa scelta si traduce nella realizzazione di alcune canzoni bellissime, come la commovente, agrodolce "Child's Christmas in Wales", ispirata a due poesie di Dylan Thomas, che dimostra come la sensibilità melodica non danneggi la capacità di Cale di inseguire situazioni anomale, segnatamente una ritmica irregolare e proteiforme; o la dolorosissima "The Endless Plain of Fortune", dalla malinconia tra Pink Floyd e Nick Drake (di cui era stato ammiratore e collaboratore).

Senza focalizzarsi troppo sulle similitudini e le differenze rispetto ai suoi altri lavori (dopotutto anche il suo disco successivo, il celebratissimo "Fear" del 1974, pur se più abrasivo e sperimentale, ha una forte sensibilità melodica), si può affermare senza tema di smentita che "Paris 1919" è un disco superbo, giustamente additato come uno dei migliori di John Cale.

- Prog Fox

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