martedì 7 febbraio 2023

Iggy and the Stooges: "Raw Power" (1973)

Usciva il 7 febbraio di cinquant'anni fa "Raw Power", a firma Iggy and the Stooges. Gli Stooges si erano disintegrati nel luglio del 1971 e Iggy Pop aveva conosciuto David Bowie, suo grande ammiratore, che si offrì di produrre a Londra il suo primo album solista, scritto assieme al chitarrista James Williamson (all'epoca forse la chitarra più violenta del rock). Dopo avere cercato invano una sezione ritmica appropriata, decidono di far venire dall'America due ex-Stooges, i fratelli Asheton (con Ron che passa dalla chitarra al basso). Il risultato è il disco più terrificante e selvaggio della carriera di Iggy, enorme influenza sulla musica punk di là da venire. Il missaggio finale dell'LP originale fu curato da David Bowie, perché la casa discografica ritenne impresentabile quello deciso da Iggy stesso. Ora si possono trovare entrambe le versioni in circolazione.



(Bowie mix: https://tinyurl.com/326ee4u3)
(Edizione 50ennale: https://tinyurl.com/35ajhv24 - contiene Bowie Mix, Iggy Mix, brani dal vivo e bonus)

Raw Power, terzo e ultimo album in studio dei The Stooges prima della loro reunion anni duemila, è insieme il dichiarato canto del cigno della band e un accavallarsi di quelle (dis)avventure che consegneranno il gruppo, e soprattutto il suo frontman Iggy Pop, alla Hall of fame delle più strampalate leggende della musica rock.

La band ha già dismesso la sua formazione originaria, dopo l’allontanamento del bassista Dave Alexander (rispetto alla cui tragica morte, sopraggiunta poco dopo in giovanissima età, un feroce Iggy Pop dichiarerà il proprio totale disinteresse) e l’ingresso di James Williamson, collocato alla chitarra con il coatto e poco gradito spostamento di Ron Asheton al basso.

Tutte le tracce dell’album porteranno la dicitura autoriale Iggy Pop/James Williamson, rendendo definitivamente evidente la rottura dell’Iguana con i fratelli Asheton, suoi primi compagni, e la sua netta propensione per il nuovo corso portato da Williamson, inclusivo di un deciso passaggio all’abuso di droghe pesanti (da cui il solo Ron Asheton riuscirà a stare lontano) che diede il colpo di grazia al già scalcagnato gruppo dei Marmittoni.

Le ragioni per cui Raw Power doveva nascere sotto una luce completamente nuova non riguardano però certo il solo cambio di formazione, ma anche, e soprattutto, l’ingresso nella storia degli Stooges dell’ingombrante (ma potenzialmente salvifica) presenza di David Bowie e del suo manager Tony Defries.

Iggy e Bowie si erano conosciuti nel 1971 a New York, quando il musicista britannico aveva chiesto di poter incontrare colui che aveva indicato come uno dei suoi artisti ispiratori. Iggy non conosceva Bowie, ma pare che rimase incantato dall’accento inglese suo e di Defries e salì a bordo dell’allegra macchina da guerra che progettava di rendere The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars il concept album del secolo e di creare un ideale triangolo artistico che comprendesse agli altri due vertici Lou Reed e lo stesso Iggy. Che i piani a volte falliscano è cosa nota, ma quello che sarebbe successo nei due anni successivi era imprevedibile anche per i più smaliziati frequentatori dell’industria musicale.

Gli Stooges, raccattati da Iggy che in un primo momento avrebbe in realtà preferito avere il solo Williamson ed escludere dal progetto gli Asheton, diventano immediatamente una mina vagante per Defries e l’etichetta Mainman, troppo concentrata sulla promozione di Bowie, e vengono spediti a Londra a incidere un album con una tale libertà che confina pericolosamente con il totale disinteresse nei loro confronti.

Totalmente liberi e privi di conoscenze in tema di registrazione, e forse profeticamente (in)consci che quello sarebbe stato il loro ultimo album in studio, sprigionano esattamente l’eponimo Raw Power, un’energia grezza e allo stato puro che difficilmente potrà trovarsi altrove.

Si inizia con Search and Destroy, un furioso ruggito dei figli abbandonati di un’epoca complessa, dove il riferimento al cuore di napalm è ben difficilmente riducibile all’attualità delle immagini della guerra del Vietnam e vuole dire molto di più: una forza distruttrice, che cerca e prende ciò che vuole, l’esplosione anarchica dello spettro marxista, che non si ferma né si addolcisce per la voce inaspettatamente pulita che Iggy riserva a questo brano.

Gimme danger è una ballata struggente in cui si chiede ad una persona sconosciuta di dare emozioni forti, rischiose, come unica strada per trovare benessere, ma in realtà la domanda diventa presto quella di un bacio leggero come una brezza. La voce di Iggy e l’alchimia degli strumenti in questo brano sorprendono davvero conoscendo la genesi travagliata dell’album.

Il Lato B si apre con Raw Power, brano che dà il nome all’album, urlato sopra una base metallica e ossessivamente veloce che era stata il marchio di fabbrica della band, in cui le vocali delle parole si allungano a dismisura per trascinare l’ascoltatore in una sorta di trip da esaltazione chimica che potrebbe essere la versione privata di ogni eleganza e appeal dell’iconico crescendo di Heroin dei Velvet Underground.

Infine, il vero canto del cigno, l’ultimo brano dell’album, si intitola in realtà Death Trip, e prefigura con una lucidità davvero inaspettata quello che sarà il destino della band successivamente all’incisione delle tracce dell’album.

David Bowie, invero animato dai migliori sentimenti, mixerà personalmente in un solo giorno le tracce che Iggy gli consegna su una audiocassetta, in una pausa dal suo tour americano e in uno studio non certo ben attrezzato di Hollywood: questo mixaggio era tuttavia l’unica strada per far uscire l’album, che Defries e gli altri dirigenti della Mainman avevano già dichiarato di non avere intenzione di pubblicare (rectius: che si sarebbero vergognati a pubblicare).

L’album uscì sotto silenzio, accreditato a Iggy & The Stooges e con in copertina una fotografia del solo Iguana, stralunata e psichedelica, che lui stesso odiò, e ciò nonostante l’idea di rendere Iggy Pop una figura solista paragonabile a Bowie e Reed fosse stata già definitivamente abbandonata per l’ingestibilità del ragazzaccio del Michigan.

La Mainman tolse agli Stooges persino la casa che aveva messo loro a disposizione a Los Angeles e la band si trovò senza soldi a dormire in un ostello, o qualche volta per strada.

Nessuno avrebbe mai pensato che Iggy Pop (oltre a rimanere in vita) sarebbe riuscito a ricostruirsi una lunga e proficua carriera, tanto che molti anni dopo, nel 1996-1997, decise di riprendere in mano l’album Raw Power e di restituirgli la sua natura originaria oscurata dal mixaggio di Bowie: voce e strumenti tutti allo stesso volume, un rumorosissimo caos che di certo non poteva piacere ad un’etichetta discografica e nemmeno ad un amico sincero in piena fase glam, e forse neanche a tanti ascoltatori, ma che, nella mia modesta opinione, è il vero modo per apprezzare quanto possa essere violento e senza filtri il potere creativo abbandonato alla sua furia.

- Lady Stardust

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...