domenica 8 gennaio 2023

Litfiba: "Terremoto" (1993)

Esce trent'anni fa oggi "Terremoto", quinto album in studio e ultimo capolavoro dei fiorentini Litfiba, che qui si consacrano definitivamente come band di hard rock da stadio. Passata la fase new wave, passata la trilogia del potere, dopo "El Diablo" Piero Pelù, Ghigo Renzulli e Antonio Aiazzi ci prendono gusto a giocarsela con le nuove sonorità rock di Oltreoceano. Si incendiano per le stragi di mafia e per Tangentopoli, e cristallizzano il sentimento del Paese (o almeno di una parte di esso) in 40 minuti di musica ad hoc.



(disco completo: https://tinyurl.com/4ju76h73

Terremoto è il quinto album in studio dei Litfiba e, dopo “El Diablo” (fuoco), è il secondo capitolo della "tetralogia degli elementi" iniziata nel 1990. “Terremoto” rappresenta ovviamente l’elemento terrestre.

L’album rappresenta il definitivo allontanamento del gruppo dalla fase “new wave” della seconda metà degli anni ’80, che ha il suo apice stilistico con “Litfiba 3” e il suo brano d’addio in “Bambino”, ultima track dell’album e a mio parere un canto del cigno del genere.

Allontanamento trasformato in divorzio vero e proprio, dopo il rock sulfureo di “El Diablo”, con il suo tripudio di chitarre e la nuova batteria inferocita di Daniele Trambusti (che subentra al compianto Ringo De Palma, uscito dalla band e scomparso nel 1990 a causa di un’overdose letale): in “Terremoto” - oltre a Franco Caforio, grande batterista dalla ampia formazione classica, heavy-metal, jazz rock & new wave -, troviamo sonorità più mature e latine, proposte in purezza, prima della contaminazione e il discioglimento finale in quella world music un po’ discotecara e ruffiana delle seguenti opere dei Nostri.

Va comunque fatta una premessa doverosa: “Terremoto” è da considerarsi il vero primo disco politico integrale dei Litfiba, che qui trasformano la contestazione al Potere in manifesto programmatico, battendo con forza il loro martello su temi di scottante attualità. “Dimmi il nome” è un graffiante atto di accusa contro Mafia e omertà, attualissimo in quegli anni; “Maudit” è una goliardica e surreale lista in forma rock di tutte le magagne contemporanee del nostro Bel Paese (costringendo i Nostri ad accorciare il testo nei successivi live – chi si ricorda più la P2 e “la Chiesa in Africa”?); “Prima guardia” si scaglia contro il servizio militare obbligatorio in una ballata dal sapore buzzatiano. Splendide canzoni, ahimè lontane anni luce da quel più recente “Grande Nazione”, album a-politico di ispirazione pentastellata. Ma non facciamo salti avanti.

Di politica nelle loro canzoni i Litfiba ne hanno sempre fatta: “Santiago”, “Louisiana”, “Tex”, “Cangaceiro”; e tutta la nota “Trilogia del Potere” ha un sapore insurrezionale. Tutti ottimi esempi con messaggi e contenuti forti, ma sempre con quell’occhio al passato che va osservato con lenti diverse, interpretato e messo in sintonia con il presente: pertanto squisitamente metaforico.

Con “Terremoto” la loro vocazione politica, maturata nei circoli anarchici di Firenze, nei tour insieme ai CCCP, esplode con una dirompente carica eversiva, e con uno straordinario riscontro di pubblico, cosa molto rara per un concept album così strutturato (disco di platino e 700.000 copie vendute).

Come da programma, l’album procede con una forza atavica e innata, che prende le sue istanze dal rapporto con la Terra, talvolta madre generatrice romantica (“Firenze sogna”), altre volte matrigna severa, sfuggente o distruttrice (“Fata Morgana”, “Sotto il Vulcano”).

La tetralogia degli elementi rappresenta un vero e proprio unicum nel panorama musicale italiano e questo secondo album conferma le grandi potenzialità artistiche dei Litfiba, che percorrono questa prima metà degli anni ’90 con grande anticonformismo e sicurezza, cosa che contribuirà al grande successo della band negli anni a venire. Non è un caso che le sonorità forti di “El Diablo”, confermate nei nuovi brani di “Terremoto”, consentiranno ai Litfiba di accedere al palco del Roskilde Festival, insieme agli Anthrax, i Motörhead, e i Sonic Youth. E’ ufficiale quindi, i Litfiba sono una band rock.

- Agent Smith

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