martedì 6 dicembre 2022

Banco del Mutuo Soccorso: "Darwin" (1972)

Esce nel dicembre del 1972 uno dei più grandi dischi della storia del rock italiano e forse il massimo disco di progressive rock italiano, ovvero "Darwin", seconda fatica dell'immenso Banco del Mutuo Soccorso. L'album, pressoché perfetto, fonde in modo superbo una ricerca tematica (un concept sull'evoluzione, partendo dalla nascita della vita sul pianeta arrivando fino all'ingresso nella storia dell'uomo, sempre all'insegna della guerra) e una ricerca musicale basata su musica classica, jazz, folk e radici mediterranee. Capolavoro assoluto.



(disco completo: https://tinyurl.com/2p82xyty)

Dopo un ottimo esordio con l'acerbo ma creativo disco eponimo, il quintetto laziale del Banco del Mutuo Soccorso incide con la stessa formazione un epigono di livello ancora più elevato. Traendo ispirazione dal mondo del progressive attorno a sé, in Italia e in Europa, il gruppo decide di sviluppare un'opera a tema; nella pure variegata esplosione di ispirazioni durante i primi, creativi anni settanta, il Banco si distingue per audacia, scegliendo come argomento principe l'evoluzione, e come titolo il cognome dello scienziato inglese che rivoluzionò la storia della scienza studiandola: "Darwin".

Musicalmente, il disco è assai vario, pur mantenendo encomiabilmente una unità stilistica coerente, soprattutto a livello di suoni della formazione e di strumenti impiegati. La chitarra elettrica di Marcello Todaro è graffiante e sporca, ma i principali tappeti armonici sono tessuti dalle tastiere e dai sintetizzatori dei fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi, che si esibisce anche all'occorrenza al clarinetto. La sezione ritmica mescola le sontuose linee blues jazz del basso di Renato D'Angelo con l'energia furiosa di un mostro delle percussioni come Pierluigi Calderoni. Francesco Di Giacomo è un cantante di influenza lirica con una eccellente estensione vocale e un timbro assolutamente unico, oltre a essere autore del concept e di tutti i testi assieme a Vittorio Nocenzi.

Il suono complessivo della band è estremamente compatto e corale, molto più controllato e solido rispetto all'esordio di pochi mesi prima; il colore è corrusco e caldo, l'atmosfera turbinosa e oscura, adatto a raccontare la furia degli elementi e l'emergere della vita dalla Terra primordiale che domina il brano più lungo e riuscito dell'album, quella "l'Evoluzione" che entra di prepotenza nell'indice delle suite di prog rock italiano più riuscite di sempre (e non solo), seguita dall'altrettando valida "La conquista della posizione eretta", un uno-due micidiale che rende la prima facciata perfetta. Il caracollare ansimante dell'evoluzione spinge Di Giacomo a una prova superlativa, che spinge l'ascoltatore a chiedersi come possa recitare con tanta intensità ed energia testi logorroici che sfruttano fino all'ultima nota di ogni battuta, di ogni spazio, per esprimere l'esplosione delle idee e delle parole.

La canzone più famosa del disco è però la bellissima "750'000 anni fa l'amore", divenuta immediatamente un cavallo di battaglia dal vivo: ballata pianistica di amore romantico e disperato rivolta da un uomo primitivo alla donna oggetto del suo desiderio. A essa si devono aggiungere almeno altri due brani di qualità superiore, "Danza dei grandi rettili", un sornione strumentale jazz blues, e la pessimistica, drammatica "Cento mani e cento occhi", che affronta il tema dell'alienazione e della guerra, che fa capolino nella vita dell'uomo prima ancora che esso entri nella storia e vede Di Giacomo protagonista di una prova magistrale e disperata. "Miserere alla Storia" prosegue il pessimismo cosmico del Banco mettendolo al servizio di un'altra galoppata elettrica che trova i suoi analoghi più vicini in Emerson Lake & Palmer e nei King Crimson di "Lizard", pur rimanendo totalmente personale.

Meno riuscito forse l'episodio finale "Ed io domando tempo al tempo ed egli mi risponde non ne ho", sicuramente dignitosi ma non capaci di mantenere la tensione emotiva delle prime superbe tracce.

Il Banco sfornerà ancora dischi magistrali lungo l'arco del decennio ("Io sono nato libero", 1973; "Come in un'ultima cena", 1976; "Canto di Primavera", 1979), oltre ad altre prove sempre di buon livello, ma a parere di chi scrive non raggiungerà più la coerenza interna di questa prova, che risulta probabilmente il suo disco di maggiore qualità all'interno di una discografia eccezionale.

- Prog Fox

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