mercoledì 30 novembre 2022

Premiata Forneria Marconi: "Per un amico" (1972)

Nel novembre di cinquant'anni fa usciva "Per un amico", secondo album del gruppo progressive rock italiano Premiata Forneria Marconi. Disco fondamentale nell'evoluzione italiana del genere, è uno dei capolavori - se non il capolavoro assoluto - della formazione.



(disco completo: https://tinyurl.com/5n8v63fy

Dopo il successo del singolo "Impressioni di Settembre" e di "Storia di un Minuto", primo album della Premiata Forneria Marconi e uno dei primi capisaldi del progressive rock italiano, il gruppo promosso dall'etichetta Numero Uno di Colombini/Calibi/Mogol/Battisti, grande fucina di talenti, pubblica nell'arco dello stesso anno solare un seguito altrettanto stellare, "Per un amico".

La formazione è sempre quella degli esordi, con Mauro Pagani (flauto, violino), Franco Mussida (chitarre) e Flavio Premoli (tastiere), autori di tutti i brani, la creativa sezione ritmica di Franz Di Cioccio (batteria) e Giorgio Piazza (basso). Il livello musicale è naturalmente superbo, la complessità dei pezzi ancora maggiore rispetto a quella di "Storia di un Minuto", e il gruppo guarda ancora di più alla scena internazionale, quasi intuendo che il successo oltremanica sia a portata di mano e interpolando nel proprio suono le influenze del progressive britannico - King Crimson, Jethro Tull, Gentle Giant e Genesis, in ordine decrescente di importanza.

"Appena un po'" apre il disco con una sfida diretta ai King Crimson della loro prima fase (1969-1972), ed è anche un modo per reclamarne l'eredità in Italia, cercando di imporsi su concorrenti temibili come Banco, New Trolls e Orme. Il mellotron di Premoli e la batteria di Di Cioccio sembrano emergere da "In the court of the crimson king", mentre gli interludi chitarristici di Mussida non hanno nulla da invidiare a Steve Hackett. L'impasto vocale però è pura canzone italiana, con quel tocco ombroso, nebbioso, rispetto al calore mediterraneo dei gruppi che conoscono il mare, che si era già sentito in "Impressioni di Settembre".

"Generale" e "Il banchetto" sono invece più chiaramente spaghetti prog al massimo livello, esuberanti e muscolari dimostrazioni di energia, forza e sangue latino: il primo è uno strumentale sublime con una prova superlativa di Franz alla batteria, mentre il secondo è una sorniona satira del potere, medievaleggiante sia nella musica sia nel testo ispirato chiaramente alla "Ho visto un re" di Fo/Jannacci/Cochi/Renato, risalente alla Milano di pochi anni prima che i membri della PFM conoscevano benissimo, avendo lavorato nella scena del cabaret e del teatro milanese.

Il brano eponimo del disco ci ricorda il dualismo della proposta musicale della PFM con un altro momento dolcissimo e malinconico. Chiude il disco "Geranio", che sia per posizione in fondo all'album che per sonorità eredita il ruolo che aveva "Grazie davvero" sul primo LP, ovvero quello di commiato corale, quasi da teatro-canzone, del gruppo ai propri spettatori.

Nella Premiata Forneria Marconi degli esordi scorre forte un'anima ermafrodita nel senso mitologico del termine, che forse più avanti finirà per perdersi, tra cambi di formazione e aspirazioni internazionali: il maschile dei vulcanici strumentali prog e il femminile delle sognanti, cullanti melodie corali; il Mediterraneo de "Il banchetto" e la nebbia padana di "Per un amico"; l'Italia di "Generale" e l'Inghilterra di "Appena un po'". Più maturo dell'esordio, ma ancora fresco e ingenuo nel senso migliore del termine, è forse questo il migliore disco della PFM? I candidati al titolo sono tanti ("Storia di un Minuto", "l'Isola di Niente", "Chcolate Kings"): ai posteri l'ardua sentenza.

- Prog Fox

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