martedì 29 novembre 2022

New Trolls: "Ut" (1972)

Il 29 novembre di cinquant'anni fa viene stampato "Ut", quarto album in studio (e quinto complessivo) dei genovesi New Trolls, uno dei primi e più importanti gruppi rock italiani. Dopo il mezzo flop commerciale del doppio "Searching for a Land", il gruppo estromette Vittorio de Scalzi e ritorna all'uso esclusivo della lingua italiana (significativo in questo senso sia il titolo, che si riferisce al nome medievale della nota Do, che la presenza di una canzone come "Paolo e Francesca", ispirata a due dei più famosi personaggi della Divina Commedia di Dante). Il cambio di direzione non salva i New Trolls dallo scioglimento, dal quale deriveranno due formazioni: i New Trolls Atomic System guidati da De Scalzi e gli Ibis di Nico di Palo.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/yk9nhyfe)

Dopo che il doppio "Searching for a Land" (1972) non ha ottenuto il successo atteso, qualcosa si rompe nel meccanismo dei New Trolls. Non è dato sapere cosa sia avvenuto all'interno del litigioso quintetto, ma Vittorio De Scalzi viene relegato in un ruolo molto meno che secondario, dato che appare accreditato alla chitarra elettrica per il solo brano "I cavalieri del lago dell'Ontario", ma per il resto scompare da qualunque altro ruolo, incluso quello compositivo. C'è chi ipotizza che gli si imputi la scelta di cantare in inglese, ma visto il futuro degli Ibis (gruppo costituito per 3/4 dai New Trolls di "Ut", che incide ben due dischi solo in inglese), ciò ci appare di dubbia credibilità.

Naturalmente, come "Searching for a Land" non aveva niente meno di "Concerto Grosso", così "Ut" non ha niente meno di "Searching for a Land". O meglio, a essere precisi, "Searching for a Land" aveva un difetto: nella sua mastodontica dimensione (uno dei primi se non il primo doppio LP italiano) i New Trolls ricorrevano troppo in certi brani a modelli anglosassoni come Deep Purple e Led Zeppelin; si trattava comunque di un difetto trascurabile.

In "Ut", il gruppo fa mea culpa proprio su questo aspetto, quando, nelle note di copertina, cita il Dante del "Convivio": "A perpetuale infamia e depressione delli malvagi uomini d'Italia, che commèndano lo volgare altrui e lo proprio dispregiano, dico che la loro mossa viene da cinque abominevoli cagioni. La prima è cechitade di discrezione; la seconda maliziata escusazione; la terza cupidità di vanagloria; la quarta, argomento d'invidia; la quinta ed ultima, viltà d'animo, cioè pusillanimità" (Convivio, I, XI, 2). Molti spiegano questa citazione nel rifiuto della lingua inglese, ma a nostro parere si tratta principalmente di una autocritica su questo aspetto specifico. Non a caso, l'abbiamo già detto, i New Trolls continueranno a mescolare italiano e inglese per tutta la loro carriera sia nel gruppo sia nei loro progetti individuali.

"Ut" vede così il ritorno a tempo pieno dell'italiano e l'isolamento di De Scalzi; ma il disco com'è? È un ottimo LP, che rimane saldamente all'interno delle coordinate migliori del gruppo: momenti vicini al cantautorato, momenti vicini all'hard rock, e su tutto le divagazioni prog che colorano con fantasia e tecnica tutti i brani, firmati a vario titolo dal cantante-chitarrista Nico Di Palo, dal cantante-batterista Gianni Belleno, dall'organista-tastierista di formazione accademica Maurizio Salvi e dall'italo-canadese Frank Laugelli Rhodes, brillante bassista melodico (talvolta con il supporto ai testi di collaboratori esterni come Agostino Paolo Chiabrera, Daina Dini e Aldo Martinis).

Il disco si apre col botto con "Studio" e "XXII strada", che vedono protagonista Maurizio Salvi, che arrangia un brano classico di Johann Baptist Cramer con stile che non sfigura in nulla rispetto a quello di Keith Emerson e poi ne compone il prosieguo prog strumentale assieme a Nico Di Palo.

Introdotto da un sintetizzatore alla Emerson gettato su un bolero marziale, "I cavalieri del lago dell'Ontario" è un'altra ottima composizione che si divide fra hard rock alla Deep Purple, con possenti riff di chitarra, e momenti più progressive come gli incisi strumentali dominati da Salvi e il ritornello corale in tipico stile New Trolls. Completano il lato A il delicato folk rock di "Storia di una foglia", cantata da Belleno, anche autore di un'ottima prova alle percussioni, e la discesa negli abissi del progressive più introverso e sradicato "Nato adesso", con Di Palo che sfida apertamente i guitar heroes della sua generazione sul tappeto infernale tessuto dai suoi compagni di viaggio.

Il lato B preme sull'acceleratore delle emozioni sfoggiando tre brani potenti: "C'è troppa guerra" rimanda all'hard rock di "Searching for a Land" e con il suo antimilitarismo hendrixiano e i riff zeppeliniani mette a subbuglio la mente e il cuore dell'ascoltatore; "Paolo e Francesca" cita Dante e fornisce una interpretazione vocale da brividi di Nico, che poi mostra tutto il suo talento di chitarrista imitando un dialogo fra i diversi personaggi del canto dell'Inferno, anticipando di quasi un decennio gli 'animal talks' chitarristici di un mostro come Adrian Belew senza bisogno di talk box (vero Peter Frampton? vero David Gilmour?). Ascoltare per credere.

Il disco si conclude con un altro capolavoro emotivo, la straziante, esistenzialista "Chi mi può capire", uno spaghetti prog che tocca corde emotive tipiche della migliore canzone italiana con un sottofondo strumentale che ne fa una sorta di dimessa versione mediterranea di "Epitaph" dei King Crimson.

Anche questo ottimo disco, purtroppo, non ha il successo sperato dai New Trolls, che si spezzano in due tronconi. Vittorio De Scalzi e Giorgio D'Adamo, i due membri 'espulsi' nel biennio 1971-1972, fondano i New Trolls Atomic System, in chiave più sinfonica, sperimentale e jazz rock, mentre Di Palo, Salvi, Laugelli e Belleno danno vita agli Ibis, che sforneranno tre album di matrice hard progressive e ipertrofica, tra Yes, Mahavishnu Orchestra e Deep Purple. Male per loro, bene per noi, che raddoppieremo così l'ascolto dei dischi di questi musicisti creativi e instancabili.

- Prog Fox

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