martedì 13 settembre 2022

Simple Minds: "New Gold Dream 81-82-83-84" (1982)

Il 13 settembre di quarant'anni fa usciva "New Gold Dream 81-82-83-84", quinto album dei Simple Minds e probabilmente il loro capolavoro. Uno dei dischi più importanti del versante anni ottanta della new wave. Il disco perfetto legante fra la prima fase della loro produzione post punk e sperimentale e la seconda parte neoromantica e da stadio, che li metterà in diretta competizione con gli U2 per il primato di maggiore rock band populista delle isole britanniche.



(disco completo: https://tinyurl.com/fcbdamjk<7a>)

Dopo quattro dischi di post punk e new wave sperimentale e man mano più focalizzata su ritmiche ossessive, sintetizzatori e un suono modernista, i Simple Minds si trovano a fare a meno del batterista Brian McGee. Per il tour successivo assoldano il sessionman Kenny Hyslop, col quale incidono anche un paio di singoli, fra cui "Promised you a miracle", che farà parte del nuovo album, per il quale scelgono come sostituto permanente Mike Ogletree. È lui che si accomoda al seggio del batterista all'inizio delle registrazioni del nuovo lavoro "New Gold Dream 81-82-83-84", ma i contrasti col produttore Peter Walsh fanno sì che sarà Mel Gaynor a occuparlo ad agosto quando le incisioni terminano. Gaynor diverrà poi il batterista di più lungo corso della formazione.

Il disco è forse il loro capolavoro, formato da nove brani tutti di livello superbo. In parte i Simple Minds inseguono la fascinazione per i ritmi krautrock che si era già sentita nel precedente doppio album "Sons and Fascination/Sisters Feelings Call", con un ruolo centrale per il basso di Derek Forbes, assolutamente decisivo nello scegliere se la ritmica debba essere nel segno del krautfunk di "Colours Fly and the Catherine Wheel", "Big Sleep" e "King is white and in the crowd" o dei poliritmi che mescolano afrobeat e new wave di "Promised you a miracle".

Sulla inquietante danza "Hunter and the Hunted", dal vago sapore fusion, troviamo addirittura il jazzista afroamericano Herbie Hancock, che improvvisa un intenso assolo di sintetizzatore affiancando il tastierista Michael MacNeil; mentre il suggestivo strumentale "Somebody there likes you" ricorda coeve evoluzioni new romantic dei Roxy Music di "Avalon".

Non mancano un paio di gemme che, oltre al valore intrinseco, godono anche di una orecchiabilità superiore, che li rende depositari del futuro dei Simple Minds: per esempio, il brano eponimo dell'album è una cavalcata minacciosa in cui Kerr e soci raccontano in musica, grazie soprattutto a una interpretazione superlativa del cantante, come l'amore per Ian Curtis e i Joy Division si stia evolvendo in una competizione populista con i New Order e gli U2 per il titolo di band più importante delle isole britanniche. Ma soprattutto parliamo di "Glittering Prize", uno dei pezzi migliori della storia del complesso, con un giro di basso fantastico che fornisce un originale, clamoroso andamento circolare al brano, la chitarra di Charlie Burchill mai così cristallina ed emozionante, la batteria esplosiva di Mel Gaynor, ritornello e strofa genialmente scambiati di posizione.

Come quasi sempre avviene, i momenti migliori di un complesso sono quelli in cui l'integrità artistica unita alla ricerca musicale riescono a tradursi in un'opera che sappia rivolgersi a un pubblico tanto ampio quanto esigente. "New Gold Dream 81-82-83-84" rappresenta in questo senso il migliore degli album dei Simple Minds e allo stesso tempo, visto il successo di critica e vendite, un sentiero scosceso sul quale è troppo difficile inerpicarsi per Jim Kerr e soci. Non toccheranno mai più queste vette, pur regalando ancora emozioni, accompagnate da trionfi che diverranno colli di bottiglia dai quali non sempre sapranno uscire.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...