venerdì 5 agosto 2022

Gentle Giant: "Octopus" (1972)

Il 5 agosto di cinquant'anni fa venivano completate le registrazioni di "Octopus", quarto album dei britannici Gentle Giant - uno dei capolavori del gruppo e dell'epoca d'oro del rock progressivo. Per molti, il disco definitivo del gruppo.



(disco completo: https://tinyurl.com/5y9ksrht
Bruciati dal sacro fuoco dell'ispirazione, i Gentle Giant rientrano in studio per incidere il quarto LP in soli tre anni, a pochi mesi dalla pubblicazione di "Three Friends" e con il nuovo (terzo) batterista John Weathers (classe 1947) a sostituire Malcolm Mortimore. Gli altri cinque membri del gruppo rimangono i fondatori - i tre fratelli Shulman (Phil, voce, tromba e sax; Derek, voce e sax; Ray, basso, violino, viola e voce), Kerry Minnear (voce, piano, tastiere e violoncello) e Gary Green (chitarre).

Se "Three Friends" aveva abbandonato la vena fiabesca, folk e romantico in favore di un suono più spigoloso e dei temi sociali, "Octopus", la cui strepitosa copertina è opera del sommo Roger Dean (meglio noto per i suoi lavori per gli Yes), riporta il gruppo alle coordinate dei primi due album, mettendo il disco in diretta competizione con "Acquiring the Taste" (il secondo vinile della formazione) per il titolo di migliore album dei Gentle Giant (almeno a parere di chi scrive - ma tutti e quattro i primi LP hanno un valore musicale superbo).

"The Advente of Panurge" e "Raconteur Troubadour" ci immergono immediatamente, sia liricamente sia per l'ispirazione folk, nel medioevo fantastico dei Gentle Giant, per abituare subito l'ascoltatore all'atmosfera dell'album e sottolinearne la distanza da "Three Friends". Il primo pezzo, in particolare, è la terza canzone dedicata al mondo letterario del francese Francois Rabelais (autore di "Gargantua e Pantagruel", pubblicato in cinque libri tra 1532 e 1564), che cita esplicitamente in quanto Panurge è un furfante amico di Pantagruel fra i principali protagonisti del romanzo. "Raconteur Troubadour" vede invece il gruppo competere sul piano del prog folk con gli amici Jethro Tull (che ne saranno colpiti al punto che la utilizzeranno come ispirazione per la loro "The Whistler" del 1977).

La minacciosa, incalzante "A Cry for Everyone" flirta con l'hard rock e la rabbia della voce di Derek, senza rinunciare a passaggi strumentali progressive che enfatizzano le capacità dei musicisti - da ascoltare per credere come il gruppo sappia cambiare angolo d'attacco al brano da momento a momento. In "Knots" sono protagoniste meravigliose armonie vocali, influenzate dal madrigale seicentesco, che costituiscono la sovrastruttura della strofa e la sottostruttura del ritornello e sono capaci di giocare sia sul piano dell'atonalità sia su quello della melodia di ispirazione folk.

Il lato B sceglie una strada di maggiore linearità, sempre che di linearità si possa parlare per questi ragazzi fin troppo cerebrali. "The Boys in the Band" è un incredibile strumentale che contiene praticamente ogni influenza del gruppo - prog, jazz, classica, folk - in poco meno di cinque minuti. "Dog's Life" è uno scherzoso brano acustico sospeso tra folk e vaudeville dedicato a un loro roadie. "Think of me with kindness", una delle canzoni più belle dei Gentle Giant, è una ballata romantica dolente e malinconica che parla di un amore finito. "The River" conclude lato e disco con un hard rock sui tempi medi, arrangiato per chitarra e violino e illuminato da un assolo del sottovalutato Green a chiusura di un magistrale crescendo che mette in mostra anche il valore del novello Weathers.

Al termine delle registrazioni dell'album, che viene pubblicato il 1° dicembre, Phil Shulman, uno dei fratelli fondatori del gruppo, lascia. Non verrà sostituito, e il quintetto superstite rimarrà invariato fino allo scioglimento nel 1980. L'equilibrio magico dei primi quattro album, che ne fanno perle assolute del progressive rock britannico, nonostante il livello dei dischi successivi permanga elevato, non verrà più raggiunto.

- Prog Fox

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