venerdì 1 ottobre 2021

Garbage: "Beautiful Garbage" (2001)

Esce il 1° ottobre del 2001 "Beautiful Garbage", disco di altissimo livello dei Garbage, purtroppo poco premiato da un pubblico ormai disattento agli eroi del decennio precedente. La cantante Shirley Manson è assoluta padrona della scena, i suoi compagni di viaggio Butch Vig, Duke Erikson e Steve Marker cesellano musiche perfette, anche se caratterizzate da una produzione forse eccessivamente leccata.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/k4psv3uy

L’iconica chioma rossa della cantante scozzese Shirley Manson, il suo viso quintessenzialmente british, sono il simbolo inconfondibile dei Garbage, band pop-rock fondata nel Wisconsin e gruppo molto cool degli anni a cavallo tra ’90 e zero. Alla guida c’è il batterista Butch Vig, eminenza grigia del rock anni ’90 in veste di produttore di blockbusters come “Nevermind” dei Nirvana, “Siamese Dream” degli Smashing Pumpkins, oltreché di innumerevoli altri artisti di primo piano, tra cui Green Day e Sonic Youth. A lui si aggiungono il chitarrista e sceneggiatore cinematografico Duke Erikson e il bassista Steve Marker, oltre alla già citata Manson. Emersi a metà anni ’90 con un pop-rock dalle chiare influenze grunge, assurti al successo commerciale con singoli come “Stupid Girl”, “Only Happy When it Rains” e “I Think I’m Paranoid”, i Garbage si trovano sulla cresta dell’onda al cambio di millennio. I lavori per questo terzo disco durano quasi un anno, e vedono il quartetto mescolare dosi importanti di altri generi al solido impianto di rock radiofonico che li ha portati al successo.

Ad aprire le danze c’è una coppia di singoli catchy, composta dal rock elettronico di “Shut Your Mouth” e dalla suadente “Androgyny”, tripudio di sintetizzatori ed effetti da studio che alzano la temperatura giusto in tempo per un ritornello da vera earworm. “Can’t Cry These Tears” si fregia di arrangiamenti orchestrali anni ’60 nel ritornello, in cui Manson ribadisce ad ogni occasione “I just don’t care anymore”, affiancati da batterie estremamente effettate e synth degni dei NIN nella strofa. “Til the Day I Die” è un synth-rock ricco di reminescenze degli Suede di “Head Music”, come anche “Drive you Home”, veri pezzi emblematici dell’epoca, per suoni e arrangiamenti. C’è anche spazio per il rock blueseggiante di “Silence is Golden”, forse l’unico brano la cui produzione è sì hi-fi, con un suono ultramoderno, ma senza quel profluvio di effetti in post-produzione che caratterizza il resto dell’album: la canzone giova di un tiro “ruspante” in cui emergono i vocals di Shirley Manson, più che convincenti su tutta la lunghezza dell’album.

Certo, c’è un brano poco convincente come “Breaking Up the Girls”, la cui melodia (catchy ma non eccellente) si affloscia su un mid tempo un po’ anemico, che è stato estratto come singolo, ma c’è anche la mega-hit “Cherry Lips”, questa si un brano azzeccato, forse IL più riuscito (e famoso) dell’intera produzione dei Garbage, con una produzione di nuovo minimalista a far risaltare l’ottima prova vocale della rossa Shirley, e una melodia di synth che si alterna con il pop-rock del ritornello e, soprattutto, con le campane a festa del bridge, arioso ed energetico. Ci sono le ballad, anch’esse eccellenti: “Cup of Coffee”, fatta di stratificazioni di archi sintetici e chitarre, le cui linee melodiche sono curiosamente reminiscenti di certi lenti di St Vincent; e la conclusiva “So Like a Rose”, meno forte ma altrettanto avvolgente nella sua malinconia. “Parade”, splendida cavalcata electro-rock con influenze drum’n’bass, è uno degli highlight del disco e avrebbe forse meritato di essere un singolo, magari al posto di “Breaking Up the Girl". In “Nobody Loves You” e “Untouchable” sono invece presenti l’hip hop e il trip hop, con Shirley Manson sempre a suo agio anche in atmosfere di questo tipo.

"Beautiful Garbage" raccolse i consensi unanimi della critica, ma ebbe meno successo dei suoi predecessori, sancendo la crisi della band. I Garbage arrivarono appena a terminare le registrazioni del successivo prima di sciogliersi, ritornando però sulla ribalta con diverse reunion nel decennio successivo. Disco solido, figlio della sua epoca di suoni in altissima definizione, è un perfetto esemplare della produzione che caratterizzò l’inizio del millennio. Se ascoltato con vent’anni di distacco, si potrebbero desiderare degli arrangiamenti più minimalisti, un uso meno invadente della post-produzione; il livello del songwriting rimane però altissimo, e il carisma di Shirley Manson da solo basterebbe a tenere insieme dischi di qualità infinitamente inferiore a questo. I singoli di “Beautiful Garbage” li conoscete sicuramente già; il resto del disco non è certo da meno.

- Spartaco Ughi

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