(album completo qua: http://www.deezer.com/
Laura Marling gioca a fare la nuova Joni Mitchell, ma è un gioco a cui hanno giocato in diverse e di rado ha funzionato. Già fai folk pop dal passo letargico e dalla strumentazione scarna, se poi ci metti anche il contrabbasso per dare l'idea di essere colta l'unico modo in cui può reagire un ascoltatore è addormentarsi; a parte che non viene nemmeno da addormentarsi perché il disco è troppo irritante per cullarti al sonno. Naturalmente può essere solo che siamo dei bruti senza cervello, ma i problemi di questo album sono gli stessi di altri album della Marling e non solo.
È incredibile che ci siano artisti come la Marling che in effetti riescono a campare con questi dischi. Francamente non riesco a spiegarmi come sia possibile. Poi rendiamoci conto che Laura ha 27 anni: a 50 anni che cosa inciderà? Cover di ninne nanne per neonati? Il disco dura 42 minuti ma sembra lungo il doppio, è davvero dura arrivare in fondo. Per non essere negativi: non c'è nulla di davvero offensivo, nulla di cattivo gusto, nulla di sgradevole. Ma l'effetto musica da ascensore per condo di extralusso che si affacciano sull'Oceano Pacifico, o l'effetto musica giusta per la scena struggente della coppia inusuale che si lascia o si riprende nel film del Sundance è fortissimo, e non aiuta a mettere di buonumore.
Di nuovo: è sicuramente un problema del recensore, dategli una chance voi perché noi una seconda possibilità non gliela daremo di certo (anche perché la Marling è dal primo disco che ce le sfrange, obiettivamente). Alla fine c'è pure una canzone che si chiama "Wild once" (https://www.youtube.com/
- Red
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