Non ci troviamo di fronte ad un capolavoro della musica, ma di sicuro si tratta di un prodotto maturo e soprattutto godibile.
Il Nostro si è levato di dosso l'opprimente corazza del Brit-Pop anni 90', detergendosi in un caldo bagno di umiltà (vedi "For What It's Worth"), aiutato in questa delicata operazione dalla santa Trimurti Kurstin, Wyatt e Grech-Marguerat, vecchie volpi del settore, che infondono nuova linfa al suo sound grezzo. Il prodotto finito è ben calmierato, ed elimina lo spiacevole alone di irrequietezza/
I tre singoli che hanno anticipato l'uscita dell'album offrono un sound piacevole che aggiorna l'estetica degli Oasis anni 10' con un innovativo brio post elettro-funk-pop british, eredità della lunga militanza tra le file dei Chemical Brothers (come produttori o come host di feste, fate voi). Ok, ma il resto?
Il giudizio è ondivago, perché l'album ha diverse canzoni riempitive costruite a tavolino. Salviamo per il vostro piacere all'ascolto la ballata destrutturata "When I'm in Need", la nevrotica "You Better Run", riempitivo ma di lusso, e la simpatica citazione nel ritornello di "I Get By". Da riascoltare perché al momento convince e non convince "Universal Gleam", mentre conquista più per i testi che per la melodia la sorniona "Paper Crown". Ci spiegherà Liam nel successivo album chi sono tutte queste donne citate nelle sue canzoni, e se si tratta della stessa siamo piuttosto preoccupati.
In definitiva potete ascoltare senza stare male la prima fatica solista del Nostro, dimenticando gli insuccessi passati e soprattutto sperando in un avvenire radioso.
- Agent Smith
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