È innegabile che Aimee Mann abbia più di una goccia di talento, lo sa chiunque abbia sentito quel capolavoro di "Save me", presente nella colonna sonora di "Magnolia", film di Paul Thomas Anderson del 1998. Il problema di "Mental Illness" è che rispetto a quel sound la Mann non si è poi evoluta molto - e son passati quasi 20 anni.
Questo disco vorrebbe essere un album di folk delicato, con appena un tocco di country in qualche traccia, un tocco di solennità in qualche altra (quelle con gli archi, come "Phily sinks", sospesa fra il tedioso e il commovente, o "Simple fix", quasi pop), in generale declinato su toni tenui tra il pensieroso e il malinconico, anche se in realtà la tristezza è decisamente in secondo piano rispetto a un atteggiamento sì riflessivo ma più pacato (per non dire sereno, nonostante i temi spesso trattino di disagio psichico, come da titolo dell'album).
Il gioco funziona solo in parte, difficile dire se il problema sia la monotonia del tutto oppure la mancanza di un numero sufficiente di melodie convincenti.
Peccato, perché alcuni dei brani qui sono davvero buoni, come il pezzo di apertura "Goose snow cone" (https://www.youtube.com/
Volendo riassumere in poco un giudizio: se siete fan della Mann, il disco vi piacerà; se amate il folk pop americano (She & Him, Fleet Foxes, Iron & Wine, Okkervil River), soprattutto quando privilegia la musica acustica rispetto a certe fracassonate elettroniche, lo troverete gradevole; se non amate particolarmente la musica acustica e cercate qualcosa di energico, potete tranquillamente farne a meno: purtroppo di memorabile qui c'è poco.
- Red
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