venerdì 31 dicembre 2021

Wigwam: "Fairyport" (1971)

Nel dicembre di cinquant'anni fa viene pubblicato "Fairyport", terzo album dei finlandesi Wigwam, maestri del rock progressivo fennoscandico che mostrano qui muscoli allenati al suono di Canterbury e di Frank Zappa, punteggiato dalla ispirata vena melodica del loro cantante britannico Jim Pembroke. Un doppio album che si colloca fra le migliori opere del rock nordeuropeo degli anni settanta.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/83faytp9)

Fondati nel 1968 dal batterista Ronnie Österberg, i finlandesi Wigwam raggiungono con "Tombstone Valentine" del 1970 la formazione tipo, che comprende il tastierista e cantante Jukka Gustavson, il bassista Pekka Pohjola e il cantante e pianista britannico Jim Pembroke. I tre album realizzati dal gruppo, che includono oltre al sopracitato disco anche "Fairyport" del 1971 e "Being" del 1974, restano classici del rock fennoscandico degli anni settanta ed estremamente influenti soprattutto in Svezia e Finlandia.

"Fairyport" vede il gruppo raggiungere la definitiva maturità compositiva ed esecutiva, con Pembroke, Gustavson e Pohjola che si spartiscono equamente le composizioni del doppio LP - fa eccezione l'improvvisazione dal vivo "Rave-up for the roadies", firmata dal gruppo assieme al chitarrista Jukka Tolonen (dei Tasavallan Presidentti), spesso ospite della band in questi anni ogni qual volta servisse una sei corde elettrica per un brano o un concerto.

"Losing Hold" apre il primo disco con un sensazionale brano fortemente influenzato dalla Scuola di Canterbury - a tratti sembra sentire i Caravan, con Gustavson che persegue uno stile personale sospeso fra quello di David Sinclair (Caravan) e quello di Dave Stewart (Egg). "Lost without a trace" è un interludio acustico di Pembroke, che mette in luce lo stile melodico e intelligente che, anni dopo, chiamerà 'deep pop'. "Fairyport" torna a frequenze più progressive, con una melodia obliqua che vede la voce inseguire l'organo di Gustavson, prima di lasciare spazio a una sequenza strumentale in cui si susseguono pianoforte jazz, organo blues e accompagnamento cameristico per gruppo rock. Vale la pena notare come Gustavson e Pohjola siano musicisti formidabili ai loro rispettivi strumenti, senza nulla togliere a Pembroke e Österberg.

"Fairyport" apre una sequenza di quattro brani composti da Gustavson che liricamente trattano vagamente il tema dello spirituale e del divino. I successivi tre, tra i quali va segnalato almeno l'esaltante assolo di piano elettrico di "Cafffkaff, The Country Psychologist", si trovano sulla seconda facciata del primo disco, concluso dalla "How to Make It Big in Hospital" di Pembroke.

La terza facciata del doppio album è divisa equamente fra Pohjola e Pembroke. Il bassista compone "Hot Mice", un riuscito tributo a "Hot Rats" di Frank Zappa, e "P.K.'s Supermarket", che mescola progressive e musica da banda. "Rockin' Ol' Galway" e "Every Fold" rappresentano invece due esempi superbi di deep pop da parte di Pembroke. Le canzoni di Pohjola e quelle di Pembroke sono divise da un brano scritto insieme dai due, "One More Try", con una parte funk blues strumentale centrale che inframezza una meditazione del cantante su un tappeto di prog sinfonico.

Conclude questo splendido disco di rock progressivo l'improvvisazione dal vivo "Rave-up for the roadies", decisamente inessenziale ma probabilmente necessaria per poter riempire lo spazio necessario alla pubblicazione di un doppio album. Inoltre è sempre piacevole sentire come i Wigwam siano capaci di esprimersi tecnicamente anche nella dimensione live, cosa confermata anche dalla traccia bonus delle riedizioni in cd dell'album, una versione dal vivo del brano di apertura "Losing Hold" mescolata a una versione in salsa prog della "Finlandia" di Sibelius, il compositore classico nazionale finlandese per eccellenza.

Disco forse impareggiabile nella carriera dei Wigwam, "Fairyport" non può che essere consigliato di cuore tanto agli amanti del progressive sinfonico a base di tastiere quanto agli amanti della Scuola di Canterbury e del jazz rock à la Zappa.

- Prog Fox

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