mercoledì 1 dicembre 2021

Patto: "Hold your fire" (1971)

Usciva nel dicembre di cinquant'anni fa "Hold your fire", secondo album del gruppo di jazz rock progressivo Patto, guidato dal cantante Mike Patto e dal chitarrista virtuoso e vibrafonista Olly Halsall, due 'grandi perdenti' della storia del rock. Con loro il bassista Clive Griffitsh e il batterista John Halsey, che con Halsall sarebbe stato protagonista della 'truffa del rock'n'roll' dei Rutles, la parodia dei Beatles creata da Eric Idle (Monty Python) e Neil Innes (Bonzo Dog Band).



(disco completo qui: https://tinyurl.com/32vw3js2)

Fondati dal cantante Mike Patto (vero nome Michael Thomas McCarthy), che reclutò nella sua band il chitarrista, pianista e vibrafonista Ollie Halsall, il bassista Clive Griffiths e il batterista John Halsey, provenienti dai Timebox, i Patto avevano già pubblicato nel 1970 il loro album d'esordio eponimo, incentrato su un jazz rock progressivo strettamente imparentato a quello di Battered Ornaments, Piblokto, Colosseum, Brian Auger & the Trinity et al, ma senza fiati. La particolarità a livello di strumenti del gruppo era rappresentata dall'uso frequente del vibrafono jazz da parte di Halsall, peraltro chitarrista virtuoso, fluido e originale.

Sia a livello di colore e tessitura dei brani, sia a livello stilistico, "Hold your fire" non si discosta gran che da "Patto", il che però si può considerare una buona notizia visto che "Patto" era un disco ottimo e rappresentativo del genere, sebbene i suoi tratti originali non lo facciano emergere sopra ai capolavori già realizzati da artisti precedenti. Forse "Hold your fire" punta un po' troppo sul lato più ironico e sofisticato della formazione invece che su quello più incendiario e aggressivo, e quindi il disco è un filo inferiore al precedente. Prova ne è la forte presenza del vibrafono di Halsall, più contenuta nell'album di debutto.

Il brano che apre e da il titolo al disco è un esempio in questo senso: tempo moderato sul quale Halsall apre con un assolo più riflessivo che aggressivo, prosegue tra una ritmica di pianoforte e interludi di elettrica che accompagnano la verbosa declamazione di Patto. Il tutto si ripete senza necessità per quasi sei minuti prima di sfociare in un brillante assolo finale.

Nonostante queste considerazioni, c'è poco di criticabile nel disco e molto di valido, a partire da due pezzi clamorosi come "You, you point your finger", una meditabonda ballata elettrica decorata dalla chitarra di Halsall, e la brillante "See you at the dance tonight", fra infiorettature di pianoforte, un ritornello contagioso e una sezione ritmica esuberante. "Hows your father" si sposta su un versante ancora più malinconico e pensieroso con efficacia, anche grazie alle linee incredibili degli assoli del chitarrista, mentre "Give it all away" è un brano più caloroso, sempre caratterizzato da incisi inusuali e da un ritornello da bar.

"Air Raid Shelter", d'altro canto, nonostante un assolo al fulmicotone di Halsall, supportato egregiamente ancora una volta da Griffiths e Halsey, si ripete un po' tediosamente come il brano d'apertura. In "Tell me where you've been" Halsall suona quasi ispirandosi al country rock. La simpatica "Magic Door", "Beat the Drum" e "Bad News" concludono un album che si lascia decisamente ascoltare.

Un buon lavoro di un gruppo che ha ottenuto meno successo di quanto meritasse, avrà un seguito nel 1972 ("Roll 'em Smoke 'em Put another line out") prima che i quattro musicisti prendano strade separate, che si incroceranno però ancora negli anni successivi.

- Prog Fox

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