venerdì 3 dicembre 2021

Electric Light Orchestra: "The Electric Light Orchestra" alias "No Answer" (1971)

Il 3 dicembre di cinquant'anni fa vedeva la luce il disco d'esordio della Electric Light Orchestra, noto sia come disco eponimo che con il titolo americano "No Answer". Un lavoro magistrale di rock progressivo sinfonico, suonato quasi interamente da tre soli musicisti, Jeff Lynne, Roy Wood e Bev Bevan, che poco tempo prima avevano completato l'ultimo album con il nome Move.



(disco con tracce extra: https://tinyurl.com/2p8zadkj)

Dopo avere deciso di accantonare per sempre il nome Move per dare vita alla Electric Light Orchestra, i cantanti e polistrumentisti Jeff Lynne e Roy Wood e il batterista Bev Bevan iniziano a incidere il primo album del nuovo progetto mentre stanno completando gli ultimi ritocchi a "Message from the Country", ultimo disco firmato dai tre come Move.

Il primo album, eponimo, della Electric Light Orchestra procede lungo la strada tracciata negli ultimi due dischi dei Move, sebbene con qualche significativa differenza, prima fra tutte l'enfasi data a un rock progressivo in gran parte realizzato attraverso l'uso di un ampio numero di strumenti acustici. Si ascolti il manifesto del progetto, la canzone di apertura "10538 Overture", vero capolavoro che condivide il passo pesante di classici dei Move come "Brontosaurus" ma lo ottiene praticamente senza usare una singola chitarra elettrica, bensì con le molteplici sovraincisoni del violoncello di Roy Wood gettate come una scarica di frecce a tambureggiare sulla batteria torreggiante di Bevan.

Aspetti folk, rinascimentali e barocchi si susseguono e sovrappongono nel disco, come in "Look at me now", ancora costruita in gran parte su chitarre acustiche, violoncello e strumenti a fiato (suonati lungo tutto il disco da Roy Wood o dall'ospite Bill Hunt), in "Nellie takes her bow", che alterna parti cantate dalle influenze pop e trad jazz a parti strumentali complesse che rientrano nel prog più classicheggiante dell'epoca, e soprattutto nelle due strepitose canzoni che chiudono il disco, la meraviglia folk prog "Queen of the Hours" di Lynne, impreziosita dal violino folk dell'ospite Steve Woolam, e il pop barocco di "Whisper in the Night" di Roy Wood, che verrà anche proposta splendidamente in italiano dai Nomadi.

Meno riuscite forse "Mr. Radio" di Lynne, che anticipa in modo un po' legnoso il prog pop beatlesiano che caratterizzerà la seconda fase della Electric Light Orchestra, e "The Battle of Marston Moor", esercizio di stile di Wood che ha momenti più e meno riusciti ma risulta inferiore rispetto ai brani più organici e vari che abbiamo menzionato sopra. Gli strumentali "First Movement (Jumping Biz)" e "Manhattan Rumble (49th Street Massacre)", infine, appaiono poco più che riempitivi che continuano ad abusare di una formula originale senza la stessa freschezza delle altre canzoni.

Un disco a tratti splendido e sempre interessante, "The Electric Light Orchestra" è il primo album di un progetto che perderà molto presto Roy Wood per diventare dominio esclusivo di Jeff Lynne e delle sue tentazioni sempre più pop e sempre meno prog. Ciononostante, il decennio sarà carico di successi e di album riusciti per Lynne, Bevan & soci.

- Prog Fox

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