Nel novembre di cinquant'anni fa viene inciso "Grave New World", capolavoro della carriera del gruppo prog folk inglese Strawbs. Sospeso fra bellezza pastorale e profondo pessimismo esistenziale, un disco fondamentale per gli amanti del British folk.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/296wc6a3)
Dopo la registrazione dello splendido, luminoso "From the Witchwood", gli Strawbs perdono il tastierista virtuoso Rick Wakeman, catturato dagli Yes. Leggenda vuole che Wakeman abbia detto che 'gli Strawbs avevano grandi idee ma non sapevano suonare'. Che sia vero o meno - Wakeman, che in seguito ha collaborato più volte con membri del gruppo, in particolare il cantante-chitarrista e leader del complesso Dave Cousins, ha sempre smentito - la valutazione è certamente ingenerosa: Cousins, il chitarrista acustico e cantante Tony Hooper, il bassista-cantante John Ford e il batterista, cantante e suonatore di sitar Richard Hudson non avevano certo le funamboliche capacità di uno dei gruppi prog più tecnici degli anni settanta, ma erano comunque musicisti capaci, preparati e fantasiosi. Al posto di Wakeman arriva il gallese Derek 'Blue' Weaver, ex-Amen Corner e futuro membro di Mott the Hoople, Streetwalkers e Bee Gees. Tutti i membri del gruppo collaborano alla scrittura del nuovo album, con Cousins responsabile di circa metà delle musiche e gli altri dell'altra metà.
Il disco è un capolavoro di originale folk progressive e rappresenta il pinnacolo assoluto della carriera degli Strawbs. Rispetto al precedente e già meraviglioso "From the Witchwood", la tavolozza dei colori è rimasta essenzialmente la stessa - verde, grigio, blu, bianco, nero - principalmente tonalità invernali, o della prima primavera, con ampio uso di strumenti acustici, occasionali interventi di chitarra elettrica e una sezione ritmica caratterizzata da un basso originale e percussivo. Ciò che aumenta il valore del gruppo è il ricorso a una maggiore profondità delle atmosfere - non mancano le radure luminose e la ricerca del divino nel mondo pastorale, nei boschi e nei campi ("Benedictus", "Queen of Dreams", "The Flower and the Young Man"), ma si perfeziona ulteriormente un profondo pessimismo nei confronti delle pulsioni distruttivi dell'umanità ("Heavy Disguise", "New World", "Tomorrow").
Le canzoni sono una più emozionante e intensa dell'altra. "Benedictus" apre il disco con il canto corale delle quattro voci del gruppo a intonare un incredibile inno religioso di sapore quasi francescano costruito su organo e chitarra acustica. "Queen of Dreams" lo prosegue mostrando come il paganesimo mistico sia l'altra faccia della religiosità rurale, in un brano che si caratterizza per la chitarra elettrica incisa a rovescio e per lo splendido arrangiamento della batteria di Hudson.
Le meraviglie del mondo rurale svaniscono al riavvicinarsi dell'uomo al consesso dei suoi simili: "New World", cantata da Cousins, che con la sua voce dalle vaghe influenze dylaniane incarna i ruoli del predicatore e del menestrello, introduce il tema del pessimismo, tanto cosmico quanto etico, sull'essere umano. In "Heavy Disguise", scritta da Ford per chitarra acustica e banda di fiati, si riprende il secondo di questi temi, mentre l'essenza indifferente e amorale della natura viene sviscerata in apertura di lato B nella parabola elettrica "The Flower and the Young Man", in cui la voce di Hooper, la più limpida degli Strawbs, duetta con l'usuale coro dei suoi compagni su un arrangiamento folk colorato dall'organo di Weaver.
"Tomorrow", il momento più progressive e hard rock del disco, scritta e arrangiata da tutti e cinque i membri del gruppo, è un altro piccolo capolavoro, che vede il gruppo lanciato nel suo pessimismo più brutale, significativamente realizzato tramite chitarre elettriche graffianti e un grandioso arrangiamento della sezione ritmica, con un riff di basso indimenticabile e la batteria di Hudson precisa e fantasiosa nel proporre un fill dopo l'altro a ondate. Subito dopo, "On Growing Older" ribalta ancora una volta l'atmosfera del disco regalandoci un punto di vista strepitoso sull'invecchiamento (nonostante i membri del gruppo siano appena di età compresa fra i 23 e i 32 anni), su una argentina melodia di brillanti chitarre acustiche. "Ah Me, Ah My" è una simpatica parodia in stile anni venti della nostalgia per i 'bei vecchi tempi', recuperata da Hooper che l'aveva composta due anni prima.
Il disco si conclude con due meditazioni, ancora una volta caratterizzate dal dualismo fra il misticismo e il pragmatismo - "Is it today, Lord?" è una commovente poesia di Hudson per sitar e percussioni orientali, in cui Cousins interpreta un uomo in punto di morte che si rivolge, serenamente, al Signore; e "The Journey's End", composta al pianoforte da Weaver, descrive la fine del viaggio di uno stanco, ma sereno, uomo di mezza età.
Il messaggio profondo del disco, segnato tanto dal pessimismo per l'esistenza quanto dalla ricerca e dalla speranza in una religiosità informale e panteista, risuona puro e limpido nelle splendide composizioni del complesso, capace di arrangiarle con varietà e sensibilità, creando così un disco che non spreca un secondo del tempo dell'ascoltatore. Se avete un minimo interesse per la musica folk e per il progressive rock, e non conoscete ancora gli Strawbs, questo disco sarà una vera rivelazione.
- Prog Fox
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