Usciva nel novembre del 1971 "Babbacombe Lee", settimo album dei Fairport Convention, una delle più importanti band del British folk revival. Ispirati dalla vicenda del presunto assassino John Lee (1864-1945), scrivono una folk opera che diviene una delle pagine più memorabili del folk britannico.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/72wm6n4x
Nel 1971 i Fairport Convention sono ormai una istituzione del rock inglese. Sopravvissuti alla morte del batterista Martin Lambert e alla perdita di numerosi membri di talento - il cantautore Ian Matthews; il bassista Ashley Hutchings, andato a fondare gli Steeleye Span e la Albion Country Band; la cantautrice Sandy Denny e il chitarrista Richard Thompson, diretti a una fertile carriera solista - i Fairport Convention tengono duro e realizzano "Angel Delight", brillante disco che ottiene anche un buon successo commerciale. Per la prima volta da anni, la formazione è stabile - con l'unico membro fondatore rimasto il cantante-chitarrista Simon Nicol, affiancato dal batterista Dave Mattacks, dal violinista-cantante Dave Swarbrick e dal bassista-cantante Dave Pegg. Le prospettive del gruppo sono buone.
Un giorno, Swarbrick trova in un negozio di antichità e curiosità un blocco di ritagli di giornali risalenti a inizio secolo e recanti in calce annotazioni a penna e firma di John Lee che parlano delle mirabili vicende giudiziarie dell'uomo stesso. Lee, detto Babbacombe, viene accusato nel 1885, all'età di ventun anni, di avere assassinato la sua datrice di lavoro Emma Keyse in casa sua, con un coltello. Le prove erano deboli e circostanziali, ma nonostante ciò viene condannato a morte. Sopravvissuto a tre tentativi di impiccagione, gli viene risparmiata la vita, sebbene rimanga in carcere fino al 1907.
La vicenda stuzzica la fantasia di Swarbrick, che convince il gruppo a scrivere un concept album che racconti la storia di John Lee. Ne nasce un meraviglioso album di folk composto in ogni sua parte dai quattro musicisti, a eccezione del tradizionale noto come "Sailor's Alphabet", usato per descrivere il periodo passato da Lee al servizio della Royal Navy.
L'album stesso non viene diviso nella tradizionale sequenza di canzoni, ma in cinque capitoli dai lunghi titoli, che riportiamo perché di fatto riassumono anche la vicenda di John Lee senza bisogno di parafrasi da parte nostra. Successivamente altre edizioni del disco spezzeranno i blocchi in canzoni, i cui titoli sono stati in parte desunti dalle esibizioni dal vivo che presentavano solo estratti dell'album.
"John's reflection on his boyhood, his introduction to Miss Keyes and The Glen, his restlessness, and his struggles with his family, finally successful, to join the navy." è la parte iniziale e introduttiva al disco; si tratta di un lento crescendo che non si discosta particolarmente da quello dei brani più tradizionalisti dei precedenti dischi, e che rappresenta anche il momento più pacato e meno brillante del disco.
"This was the happiest period in his life. All looked set fair for a career until he was stricken with sickness and invalided out of his chosen niche in life. Reluctantly and unhappily he turned to a number of menial occupations and finally returned to the services of Miss Keyes." Una sezione di dieci minuti la cui prima parte si svolge attorno al brano tradizionale "Sailor's Alphabet", che si chiude con i tre minuti della rapida, entusiasmante "John Lee", che ci porta verso la parte migliore dall'album. Chiude la facciata "Tragedy now strikes hard. The world's imagination is caught by the brutal senseless[ness] of the apparent criminal who slays his kind old mistress.", meglio nota col titolo utilizzato per le esibizioni dal vivo "Breakfast in Mayfair", una ballata capace di spaziare tra satira e malinconia, con un delizioso assolo di Nicol, anche autore del brano, che descrive lo scambio di vedute fra un marito e una moglie dell'alta società sulla vicenda di Lee letta sui giornali.
La promessa lanciata con la seconda parte del lato A si concretizza in un lato B che potrebbe essere la migliore facciata mai incisa dal gruppo di musicisti che fanno capo alla grande famiglia dei Fairport.
"John was hardly more than a bewildered observer at his own trial, not being allowed to say more than a few words. The tides of fate wash him to the condemned cell where he waits three sad weeks for his last night on earth." Questa sezione, narrata in prima persona da Dave Swarbrick nel ruolo di John Lee, è divisa in due parti, una che racconta dell'arresto e del processo di Lee, altro pezzo strepitoso, cantato da Swarbrick e caratterizzato da una strofa folk rock guidata dal mandolino e da un ritornello corale in cui la batteria di Mattacks alza la temperatura del brano a peculiari livelli hard folk. Il brano si posa poi per trasformarsi in una notturna meditazione per piano elettrico, violino strappalacrime e voce che vede Lee raccontare l'isolamento della sua cella, in attesa dell'esecuzione della condanna.
"When it comes, he cannot sleep, but when he does, a strange, prophetic dream comes to him, and helps him to bear the strain of his next day's ordeal as scaffold and its crew try in vain three times to take his life." La seconda metà della seconda facciata ci conduce verso la fine della vicenda, sempre più drammatica, ma su tutto rimane la figura ingenua del ladruncolo innocente dell'omicidio, che in qualche modo, credendo in un qualche ordine divino e nella propria innocenza, nonostante una vita sfortunata e piena di dolori, riuscirà a salvare la vita. "The Time Is Near" è il momento più drammatico, un crescendo epico di dolore e paura punteggiato da un assolo emozionante e sensazionale del violino di Swarbrick, profondo e mirabile quanto la più incisiva chitarra elettrica, concluso dall'invocazione finale in cui Lee chiede aiuto a Dio per salvargli la vita. La letargica, quasi psichedelica "Dream Song" racconta la visione che giunge in sogno a John con toni simili a quelli di una versione folk dei Grateful Dead di "American Beauty", cori eterei compresi. Per chiudere il disco però i toni si alzano di nuovo, nella scatenata giga di "Wake Up John (Hanging Song)", che ci comunica l'urgenza della situazione con il solito perfetto lavoro della sezione ritmica, affiancata da mandolino, chitarra elettrica, violino - Lee viene messo alla forca, provano a ucciderlo una, due volte, non si capisce perché la botola non si apra quando viene azionata, nonostante funzioni in tutte le prove e nessuno trova alcun difetto in essa.
"Babbacombe Lee" fu giustamente celebrato dalla critica, ma la sua struttura aperta, non basata su canzoni facilmente riconoscibili, nonostante avrebbe fatto la fortuna dei Jethro Tull di "Thick as a brick", non convinse né gli amanti del progressive rock né quelli del folk britannico, che pure spesso erano le stesse persone. Non è la prima volta che un disco così palesemente riuscito, dal contenuto narrativo e lirico fuori dal comune e capace di emozionare e descrivere un personaggio così complesso e ben delineato, fallisce completamente nell'impresa di catturare l'immaginazione (e il portafoglio) del pubblico. L'insuccesso demolisce le certezze della band. Simon Nicol e Dave Mattacks se ne vanno, e Swarbrick e Pegg non incideranno un nuovo album fino al 1973.
- Prog Fox
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