Veniva pubblicato quarant'anni fa oggi "Michael Nyman", terzo album dell'omonimo compositore minimalista britannico, con tracce ispirate a Mozart ("In Re Don Giovanni") e Webern ("Secondary Treat"), vere meraviglie che mescolano valzer e free jazz come "Waltz" e le prime collaborazioni col regista Peter Greenaway ("Bird List Song", cantata da Lucie Skeaping).
(disco completo qui: https://tinyurl.com/f3srrree
Quando incide il suo terzo album, Michael Nyman ha 37 anni ed è uno dei più originali pensatori musicali britannici. Dopo essersi specializzato in pianoforte e musica barocca, e avere studiato etnomusicologia rumena, diventa un critico musicale, ed è lui a coniare il termine minimalismo in un articolo che parla del compositore Cornelius Cardew. Nyman è un fruitore di musica assolutamente onnivoro, studia i Beatles e adora Mozart, e nel 1976 incide il primo disco, "Decay Music", in collaborazione con Brian Eno, con il quale condivide le fantasie ambient.
Una delle principali caratteristiche di Nyman è la forma ossessiva della sua musica. Spesso fa uso di ostinati e di ripetizioni, e altrettanto spesso saccheggia la storia della musica - che conosce magistralmente - e il suo stesso repertorio, riutilizzando e riadattando melodie, frammenti e atmosfere in nuove composizioni. Questo ha un vantaggio e uno svantaggio: molti dei suoi brani sono immediatamente riconoscibili, ma col passare degli anni non di rado si avverte un chiaro senso di già sentito, di mancanza di novità.
Non che questo paia preoccupare Nyman: la sua intera estetica sembra basata sulla continuità circolare e la trasmissione continua di informazione musicale da ere passate a presenti, in un tempo indistinto che si caratterizza ed esalta soprattutto sulla base della assoluta naturalezza con cui Nyman dispone del materiale e con la facilità con cui si destreggia fra tempi ed epoche diversi, cosa che sarà evidente anche nel modo di mescolare musicisti di diversa estrazione e, in particolare, cantanti popolari e operistici, in un contesto che non scende mai però alle facilonerie kitsch del Pavarotti & Friends.
In particolare, in questo disco del 1981 Nyman inizia a mettere ordine nelle proprie composizioni, registrando materiale che risale fino al 1977, come il brano d'apertura, la splendida "In Re Don Giovanni", basata su 15 battute tratte dall'opera di Mozart (il pezzo fu anche pubblicato come singolo col nome "Mozart"), la cui ritmica però viene ispirata a Nyman dallo stile pianistico di Jerry Lee Lewis, segnando già l'atmosfera esaltante e giocosa di gran parte del disco. Naturalmente, come per tutta l'opera di Nyman, il punto di vista di un amante del rock potrebbe essere molto diverso da quello di un amante della musica classica: la libertà che il compositore britannico si prende con il materiale e il suo arrangiamento di sicuro non è adatta ai puristi.
"Secondary Treat" verrà anch'essa ristampata come lato B del singolo "Mozart", col titolo "Webern", riferimento a un'altra delle innumerevoli influenze su Nyman. "Waltz in F" è forse il picco dell'album, un brano che mescola classica, jazz e avanguardia, grazie anche agli splendidi interventi dei maestri del free jazz Peter Brötzmann a clarinetto e sax tenore ed Evan Parker al sax soprano. "Initial Treat," the opening titles from Tree, is part of Five Orchestral Pieces for Opus Tree, which can be heard in its complete form by Jon Gibson and other artists at The Kitchen on the 1979 edition of From the Kitchen Archives.
"Bird List Song", cantata dalla soprano Lucie Skeaping, è tratta da una delle prime colonne sonore di Nyman per il regista Peter Greenaway, dal suo corto "The Falls", ed è un altro brano solenne e incalzante, in cui emerge la chitarra elettrica di Ben Grove. A completare l'album, i ventuno, mutevoli minuti di "M-Work", che riassumono in un certo senso gli stili delle altre tracce, anticipando nel contempo i lavori per le colonne sonore degli anni ottanta che costituiranno un segmento importante della produzione di Nyman.
Disco splendido di uno degli autori più interessanti della musica classica e di avanguardia dell'ultimo Novecento, "Michael Nyman" è assolutamente consigliato come punto d'inizio per conoscere e approfondire l'opera del compositore, soprattutto perché la sua collocazione temporale all'inizio della carriera ne testimonia le innovazioni nella composizione e nell'arrangiamento nel momento in cui esse si formarono, mantenendo così intatta una freschezza non sempre possibile in fasi successive della sua pur luminosa carriera.
- Prog Fox
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