mercoledì 17 novembre 2021

Byrds: "Farther Along" (1971)

Usciva cinquant'anni fa oggi "Farther Along", ultimo album dei Byrds prima dell'infausta reunion del 1973. Un disco minore del loro repertorio, un modo sottotono di chiudere una carriera, ma un disco che merita comunque l'affetto dei fan per una certa dolorosa sincerità. Mai più ritrovata.



(disco completo: https://tinyurl.com/aft7yuj3)

Lo status presso la critica e i fan dei Byrds, dopo anni di cambi di organico e dischi altalenanti, era stato riportato in alto da "Ballad of Easy Rider" (un disco di fatto mediocre, che ebbe successo per la presenza della canzone nella colonna sonora del famoso film) e dal doppio "(Untitled)", universalmente considerato il migliore della seconda fase della loro carriera.

Il ritorno della popolarità presso pubblico ed esperti del settore venne bruciato dal confuso "Byrdmaniax", disco realizzato nel mezzo di problemi personali, durante un lungo tour, e non completato prima di un secondo round di concerti, che costrinsero il produttore Terry Melcher ad aggiungere orchestrazioni e fiati e ospiti. Il risultato assai mediocre fu che i Byrds accusarono il produttore, il produttore accusò i Byrds, e il disco affondò come un sasso portandosi dietro la reputazione del gruppo in un momento in cui la concorrenza era spietata e sembrare vecchi era un crimine contro la generazione rock.

Dopo la rabbia vera o presunta per la manipolazione delle registrazioni di "Byrdmaniax", i Byrds decidono di chiudersi in uno studio di Londra a metà di un tour europeo e di fare tutto da soli, senza musicisti o produttori esterni, in soli cinque giorni, per ritornare a un sound essenziale e radicale. Sette degli undici brani sono firmati dai quattro membri del gruppo, il leader, cantante e chitarrista Roger McGuinn, il chitarrista Clarence White, il bassista Skip Battin e il batterista Gene Parsons, che vogliono dimostrare di non essere dei dinosauri.

L'obiettivo da questo punto di vista è pienamente riuscito: il suono del disco è lo-fi, il che gli conferisce un certo fascino, grezzo e rabbioso, il che ne fa il disco dei Byrds perfetto per chi appartiene alla generazione X ed è cresciuto con il grunge. Purtroppo quella che è la sua qualità ne rappresenta anche un po' il limite, perché il gruppo dopotutto ha sempre beneficiato dalla cura e dalla sofisticazione con cui manipolava il materiale sonoro, sin dai tempi dei cori angelici che trasformavano il folk sgraziato di Dylan in elegie epiche.

La competenza e la professionalità della band non si mettono in discussione, e alcune delle canzoni sono meravigliose: i due minuti di "Antique Sandy" riescono nella magia di coniugare i Byrds delle origini e la nuova direzione scelta, con la tremolante voce di McGuinn sostenuta da un leggero eco e le chitarre supportate dal banjo, così come la successiva "Precious Kate" dalle influenze country, resa perfetta dalla pasta quasi da carta vetrata della produzione. L'arrangiamento di Clarence White dell'inno religioso che da il titolo all'album è semplicemente perfetto, tra chitarre acustiche, pianoforte e cori sublimi come nel meglio del loro repertorio, con quel più di sincerità e maturità che li rende perfetti. Tra le cover spicca "Bugler", cantata da White e da lui decorata con un bellissimo, breve assolo.

Il problema principale del disco però è che la fretta è cattiva consigliera: nei cinque giorni di lavoro, il gruppo prova solo le undici canzoni che ha deciso di incidere. Non ci sono outtakes, brani scartati, idee elaborate - troppo poco tempo, quindi la volontà di suonare ruvidi e genuini ha la meglio su quel minimo di composizione e selezione necessario a un album perfetto, e genera riempitivi inaccettabili in un disco di appena mezz'ora di lunghezza. "Tiffany Queen" non è certo una brutta canzone, ma è un rock'n'roll tutto sommato sentito e risentito. "B.B. Class Road" è ancora più corriva e fuori fuoco, oltre che fuori posto in un disco del genere.

Così, nonostante il lavoro sia buono, non convince né i vecchi fan né ne attira di nuovi. Troppo diverso dal solito, troppo peculiare, non abbastanza originale, e con alcune canzoni decisamente sottotono. Roger McGuinn, insoddisfatto, cerca nuove forze per salvare il gruppo, e licenzia Parsons e Battin poco dopo, per finire poi per eliminare il gruppo svendendolo alla insoddisfacente reunion dei membri originali nel 1973, dalla quale i Byrds usciranno estinti. Clarence White, il quarto Byrd di "Farther Along", morirà alle due del mattino del 15 luglio del 1973 a soli 29 anni, ucciso da un automobilista ubriaco mentre sta caricando i propri strumenti sulla sua macchina dopo un concerto con il fratello Roland.

- Prog Fox

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