martedì 12 ottobre 2021

U2: "October" (1981)

Usciva il 12 ottobre di quarant'anni fa "October", secondo album dei rocker irlandesi U2, carico di dubbi adolescenziali, velleità rock e atti di fede mai così espliciti e presenti. Lavoro epidermico, spontaneo, sicuramente meditato nella sua apparente immediatezza. Autunnale e malinconico, afferma con decisione la dimensione politica e ideologica della band. Forse predice alcune pesantezze messianiche future, certamente è un solido ponte di transizione verso gli U2 più visceralmente totalizzante degli anni a venire.



(LP completo qui: https://tinyurl.com/j56smyz2

Esiste un modo coraggioso, o folle, di affrontare i propri dubbi ed è quello di tramutarli in certezze.
"October", secondo disco in studio degli U2, è esattamente questo: i ragazzi adolescenti che si sono affacciati alla vita adulta con "Boy" e che della adolescenza stessa hanno descritto i tremori e le febbri irrisolte, ora sentono il bisogno di affermare con decisione la propria identità e il proprio posto (ideologico, ideale) nel mondo.
Con una scelta che non poche tensioni provoca all'interno del gruppo e non poche perplessità genera nel pubblico tale dichiarazione di identità e appartenza viene declinata nei termini di una forte religiosità, quasi primordiale e essenziale.

Bono e The Edge sono i più convinti e coinvolti, Mullen segue a ruota, mentre Adam Clayton appare distante e dubbioso. I quattro ragazzi appaiono tormentati e in una terra di mezzo difficile da attraversare: sono una band dichiaratamente rock e legata ad un immaginario artistico non certo facile da coniugare con il richiamo della tradizione, della famiglia, della fede.
Ad aggiungere ulteriore incertezza concorre anche lo smarrimento del taccuino con i testi e le idee musicali che Bono stesso aveva già raccolto in previsione della realizzazione del secondo lavoro, facendo ripartire praticamente da zero tutto il processo creativo.

Arrivare alla fine a comporre un brano come "Gloria" è, però, quanto di più vicino alla quadratura del cerchio ci si possa attendere e il miracolo (visto che siamo in argomento) pare compiersi: "Gloria / in te Domine / Gloria / Exultate" è un testo quanto mai inedito e inusuale per un pezzo rock, ma il mix funziona senza dubbio e i frammenti del puzzle si incastrano.

Certo, si apre subito un tema decisamente rilevante: per un ascoltatore questi temi, affrontati in modo così palese e spudorato, potrebbero essere distanti, se non completamente respingenti e addirittura disturbanti.
E, non lo può nascondere neppure chi scrive queste note, il problema è pesante: l'atto di fede, così cattolicamente esplicito, è distonico, l'accettazione e l'immersione completa nel disco non è immediata.

Ma, come detto in procedenza, l'incastro funziona per diversi motivi. In primo luogo perchè funzionano le canzoni: ci si ritrova a pelle negli stessi luoghi emotivi già trovati in "Boy", la matrice rock è sostanzialmente viva e pulsante. E poi perchè è vero che la visione religiosa è spina dorsale totalizzante del disco ma è espressa in modo onesto e (si conceda il termine) sinceramente esistenziale.
La title track, "Fire", "Rejoice" sono momenti delicati e sfumati, posti a cavallo tra luci del tramonto soffuse e lacerazioni rock; momenti che troveranno la completa realizzazione nelle atmosfere di "The Unforgettable Fire" e "Under a blood red sky" ma che qui, seppure embrionali, emozionano e coinvolgono.
L'episodio meno convincente è invece "Stranger in a strange land", che appare un po' paternalistica e ideologicamente semplificante, scontata, nella sua contemplazione delle distanze imposte dalla cortina di ferro.

E' un prodromo, forse, al Bono ecumenico e insopportabilmente predicatore degli anni 2000: ma questo per il momento può passare in secondo piano. Quello che è importante è che "October" è un disco incompleto, magniloquente, respingente e pulsante nello stesso tempo.
Esprimere con sincertà, in arte, la contraddizione insita delle proprie certezze è qualcosa che solo chi dentro di sè ha un fuoco può farlo. Fuoco sacro e - a breve lo sarà - indimenticabile.

- il Compagno Folagra

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