giovedì 2 novembre 2017

Cream: "Disraeli Gears" (1967)

Registrato tutto in tre giorni e mezzo di maggio, il secondo album dei britannici Cream (Jack Bruce, basso e prima voce; Eric Clapton, chitarra e seconda voce; Ginger Baker, batteria) ribadisce il fatto che il gruppo sia uno dei migliori del momento. Purtroppo per loro, quando a novembre l'album verrà pubblicato un certo signor Jimi Hendrix ha scalzato Eric Clapton dal trono del miglior chitarrista del mondo; ma il buon Eric non se ne cura più di tanto, in primis perché adora Hendrix come solo un grande chitarrista può adorarne un altro, e poi Hendrix è Hendrix e nessuno può sentirsi sminuito dal fatto di non essere Hendrix, soprattutto se sei Eric Clapton.




Registrato tutto in tre giorni e mezzo di maggio, abbiamo detto: in America, con Felix Pappalardi, bassista e produttore, al timone di comando. Pappalardi diverrà così indispensabile collaboratore del trio e coautore di parecchie loro canzoni.

Fin da "Strange Brew", la traccia di apertura (scritta da Clapton con Pappalardi e la moglie Gail Collins, che lo ucciderà con una derringer il 17 aprile del 1983), si capisce che siamo in piena era psichedelica e che il blues supersonico del debutto "Fresh Cream" (https://www.facebook.com/ceraunavoltailrock/photos/a.1710012762587838.1073741831.1552747251647724/1765364313719349/?type=3&theater) è solo un vago ricordo. Dopotutto, tutte le band inglesi o quasi avevano lasciato le atmosfere del blues revival per inseguire i sogni lanciati dai Byrds di "Fifth Dimension" e di quella messe di band che stavano spopolando negli Stati Uniti, a partire dai Jefferson Airplane per finire coi Doors.

"Strange Brew" (https://www.youtube.com/watch?v=vTAAq46LvTg) è un blues psichedelico che ancora segue la forma del blues in 12 battute e vede Clapton, anche voce solista, impegnato in un assolo ispirato nota per nota da Albert King. "Sunshine of your love" (https://www.youtube.com/watch?v=INfze0mVuWA, di Bruce e Clapton su testo dell'amico poeta Pete Brown) è un minaccioso brano con uno dei riff più riconoscibili degli anni sessanta. Il pezzo diventa un vero e proprio cavallo di battaglia del gruppo, con Clapton e Bruce a duettare nelle voci e un eccezionale solo del chitarrista, contenuto, minimalista e con un finale in crescendo. "World of Pain" (https://www.youtube.com/watch?v=SeIZ0-L-JMc, di Pappalardi e Collins) è la canzone più melodica del disco, una deliziosa gemma di pop psichedelico; "Dance the Night Away" (Bruce/Brown) prosegue sui toni psichedelici, qui i riferimenti alle opere di Byrds e Beatles sono quasi evidente negli arpeggi di Clapton e nelle armonizzazioni delle voci; "Blue Condition" è un bizzarro folk blues elettrico scritto e cantato dal batterista Ginger Baker che chiude il lato A in tono minore.

Il lato B parte con la fantastica "Tales of Brave Ulysses" (https://www.youtube.com/watch?v=J2CCfxiQ5QY, di Clapton e del disegnatore australiano Martin Sharp, che illustra anche l'immagine di copertina), un brano minaccioso con un accompagnamento di wah-wah da parte di Eric che fa impressione da quanto è riuscito, anche per il modo in cui la ritmica si trasforma in un solo colorato dal drumming eccelso di Baker; non si esiti a dire che il suo sviluppo tematico anticipa certi pezzi dei King Crimson (quali "Circus" o "Easy Money"). "SWLABR" (di Bruce/Brown) è un altro brano sinuoso con la chitarra di Clapton in primo piano e una anomala figura di batteria; "We're going wrong" (https://www.youtube.com/watch?v=12sYTdPkEYQ, di Bruce) è il pezzo psichedelico per eccellenza di questo LP, e mostra come la scrittura di Bruce pur su una soluzione musicale similare differisca da quella scelta da Clapton per "Strange Brew", mentre il drumming di Baker si ispira in qualche modo alle figure ripetute del Ringo della "Tomorrow never knows" di Lennon dell'anno prima.

La fase più blues del disco si apre con "Outside Woman Blues", l'unica cover blues presente nell'album, un vecchio pezzo di Arthur Reynolds arrangiato e cantato da Eric Clapton. "Take it back" (ancora di Bruce/Brown) è un folk blues elettrico che preconfigura certi pezzi della carriera solista di Jack Bruce, che si sbizzarrisce anche all'armonica; mentre la ballata tradizionale "Mother's Lament" è solo uno scherzo da ubriachi per chiudere il disco.

Meno rivoluzionario di "Fresh Cream", "Disraeli Gears" è maggiormente un prodotto dell'era psichedelica; meno personale e più figlio del suo tempo che anticipatore di una nuova realtà. Ciò nonostante, si tratta di un disco composto magnificamente e zeppo di brani indimenticabili, ognuno dei quali suonato con classe e competenza, forse nelle sue melodie ancora più godibile del precedente. D'altronde nei tre anni di vita i Cream hanno massimizzato la resa della loro macchina da guerra sul corso di poco più di tre ore di materiale registrato. E i 32 minuti di "Disraeli Gears" valgono più di mezze discografie di altri artisti.

- Prog Fox


(album completo qui in file unico: https://www.youtube.com/watch?v=QbRLuR8_HDg
e qui brano per brano: https://www.youtube.com/playlist?list=PL7884C23FFEC7E7B9)

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