martedì 10 ottobre 2017

Mothers of Invention: We're only in it for the money (1967)

Stavolta si parla delle Mothers of Invention, il gruppo guidato da Frank Zappa dal 1966 al 1971, e del loro "We're only in it for the money", da molti considerato uno dei migliori dischi del Nostro.



(il disco completo si può ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=6-9FX7bhESs)


Con il crescente successo della controcultura, Zappa diventa il primo a fare satira della musica rock, degli hippie e delle loro contraddizioni. Il mostro non è ora il Sistema ma un Antisistema uguale e contrario.

L'unico problema del disco è che la musica soffre sotto il peso del concetto: l'album è eccessivamente frammentario, le canzoni in generale non sono tanto concepite come brani compiuti, quanto come jokes circondate e inframezzate da parti parlate; a volte sono montate in modo da iniziare o finire a metà, anche quando sembrano canzoni vere e proprie; e nessuna dura più di due o tre minuti. Inoltre, il disco è concepito in continuità concettuale (o forse più esattamente in parallelo) con "Lumpy Gravy", disco strumentale di Frank Zappa solista che il musicista italoamericano rieditò per una nuova versione contemporaneamente alle incisioni di "We're only in it for the money". Per sottolineare il carattere comune fra i due dischi, Zappa usa parti dell'uno come brevi frammenti nell'altro e viceversa.

Chiaramente, l'importanza del concept è talmente soverchiante che per potersi godere l'album, che non presenta praticamente alcuna innovazione musicale significativa rispetto ai due precedenti "Freak out!" (1966) e "Absolutely Free" (registrato 1966, pubblicato 1967), è necessario e indispensabile leggersi i testi (compresi i testi delle parti parlate), che potete trovare qui: http://www.globalia.net/donlope/fz/lyrics/We're_Only_In_It_For_The_Money.html#Concentration.

Dopo una breve introduzione ("Are you hung up?", con parti parlate di Eric Clapton) arriva il manifesto dell'album, ovvero "Who needs the peace corps?", che inizia tagliata e finisce tagliata ma, soprattutto, contiene una virulenta satira degli hippie: "I'll just drop out, I'll go to Frisco, buy a wig & sleep on Owsley's floor" (Owsley era un chimico e tecnico del suono dei Grateful Dead, e produttore di LSD di altissima qualità), "First I'll buy some beads and then perhaps a leather band
to go around my head, some feathers and bells, and a book of Indian lore [...] I will wander around barefoot".

Le Mothers però non sono diventate reazionarie da un giorno all'altro: i due pezzi successivi introducono il confronto tra questi presunti idealisti ridicoli e inoffensivi e quella che Nixon definì la minoranza silenziosa. In "Concentration Moon" il tutto ha ancora toni farseschi, mentre "Mom & Dad" è la canzone più seria di tutto il disco (e una delle migliori), in cui Zappa denuncia le violenze della polizia contro gli hippie e l'indifferenza al destino dei giovani da parte degli adulti ("The cops have shot some girls & boys, you'll sit home & drink all night. They looked too weird, it served them right").

"Harry, you're a beast" e "The ugliest part of your body" sono due dei pezzi pornografici di Zappa (il primo parzialmente censurato della parte "Don't come in me, in me", resa incomprensibile), il secondo puro, delizioso sarcasmo doo-woop ("what's the ugliest part of your body? [...] I think it's your mind"). Seguono altre due parodie degli hippie: prima l'ottima "Absolutely Free", come detto anche titolo del suo album precedente, in cui dice esplicitamente "flower power sucks"; e poi "Flower Punk", versione accelerata artificialmente di "Hey Joe" con protagonista un hippie, qui chiamato punk dato che all'epoca significava ben altro da quello che conosciamo oggi: "Hey Punk, where you goin' with that flower in your hand? Well, I'm goin' up to Frisco to join a psychedelic band. Hey Punk, where you goin' with that button on your shirt? I'm goin' to the love-in to sit & play my bongos in the dirt."

Un po' di musique concrete ("Nasal Retentive Calliope Music") ci conduce a "Let's make the water turn black", inquietante descrizione di due deficienti di campagna (deficienti nel senso di mentalmente sottosviluppati) che bruciano le proprie scoreggie (poots) e collezionano il proprio sperma (numies) prima di finire in Vietnam a sganciare napalm sui vietnamiti. Segue un altro pezzo che si riconduce al messaggio sinceramente ribelle delle Mothers contro la società di plastica americana, ovvero la meravigliosa, malinconica, solenne "The Idiot Bastard Son".

"Lonely little girl" è un'altra canzone sul rapporto complicato fra le generazioni, che mostra una ragazza sola, trascurata da genitori di plastica, che quindi si avvicina all'ideologia hippie e finisce nel giro di chi "Take off your clothes when you dance"; seguono una ripresa di "What's the ugliest part of your body" e dopo la conclusiva "Mother People", che contrappone le Mothers al resto del mondo, sia quello hippie sia quello plasticoso (nonostante la casa discografica gli censuri il verso "Better look around before you say you don't care, shut your fuckin' mouth about the length of my hair"), con un delizioso motivetto allegro, uptempo e incongruente spezzato da una lunga sezione di musica concreta tratta da "Lumpy Gravy".

Abbiamo detto conclusiva? Beh, in realtà rimane un ultimo brano che ben pochi avranno il coraggio di ascoltare più di una volta, ovvero "The Chrome Plated Megaphone of Destiny", altro esempio dell'avanguardia zappiana che con i suoi sette minuti rappresenta una quasi totale eccezione a tutto il resto dell'album e che termina con una terrificante sequenza di risate insensate che sfida le capacità di sopportazione anche dell'ascoltatore più coraggioso e spregiudicato.

Nonostante si sia affermato che il disco non ha molto di innovativo musicalmente, ciò non è proprio esatto: le tecniche in studio sono davvero all'avanguardia, anche grazie all'ingegnere del suono Gary Kellgren. D'altronde Zappa e le Mothers erano ben consapevoli del lavoro in tal senso in Inghilterra, sponda Beatles in particolare, come si capisce dal fatto che come copertina originale avessero scelto una parodia di quella del "Sergeant Pepper's" (poi messa come interno del disco per la minaccia di una causa da parte della Capital che pubblicava le opere dei Beatles negli USA). D'altronde si capisce che per le Mothers i giovani che vedevano nei rocker degli idoli da imitare, da scopare o da idolatrare erano degli idioti; non necessariamente questa critica, che pure si rivolge in parte anche ai colleghi musicisti (come dimostrano le parti parlate di "Flower Punk"), era rivolta a tutti. Eric Clapton compare fra le voci ospiti nell'album, Zappa telefonò a McCartney per chiedere l'autorizzazione a parodiare la copertina (McCartney rispose che non doveva chiedere a lui ma era roba per i manager, Zappa rispose a sua volta che il controllo artistico non era roba da manager ma roba loro), Jimi Hendrix compare nella famosa fotoparodia.

La recensione si è fatta fin troppo lunga: concludiamo dicendo che l'album è spesso considerato uno dei capolavori di Frank e delle Mothers. A parere di chi scrive, questo giudizio è frutto del concept (davvero intelligente e inaspettato - il disco fu registrato nell'ottobre del 1967, non era nemmeno stato pubblicato il secondo album dei Grateful Dead, per intendersi sulla genialità totale dell'opera delle Mothers), più che del valore intrinseco della musica dell'opera. Ma probabilmente sono distinzioni di lana caprina che lasciano il tempo che trovano.

- Prog Fox

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