venerdì 29 settembre 2017

Billy Joel: "The Stranger" (1977)

Oggi si festeggiano quarant'anni dalla pubblicazione di "The Stranger", quinto album del cantautore americano Billy Joel e disco che lo trasformò in un campione di vendite grazie soprattutto a un singolo di successo quale "Just the way you are". Al di là della efficace ma zuccherosa ballad, si tratta di uno degli album più rappresentativi della carriera del nostro.



(disco completo disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=gFy1BMaYRh0)



Ritornato a New York nel 1976 dopo tre anni passati a Los Angeles, il pianista e cantante Billy Joel ottiene il suo primo successo significativo con l'album "Turnstiles", in cui spiccava l'ormai celeberrima "New York State of Mind", coverata un po' da tutti. L'anno successivo, Joel torna in studio per dare un seguito all'album. Lo stile di Joel, come ormai cristallizzato fino all'avvento delle nuove tecnologie negli anni '80, è basato su un misto di pop da Tin Pan Alley/Brill Building/Broadway, pop alla Elton John, qualche vaga ispirazione r&b se non jazz, e in generale una passione per un pop rock che di rock ha davvero poco se non lo scheletro ritmico dei brani.

A livello di testi, Joel tenta la carta del poeta-cantante con risultati non disprezzabili nella forma quanto forse nei contenuti, che denotano un certo maschilismo retro e un atteggiamento lamentosamente borghese (che raggiungerà bizzarri momenti di autoparodia più avanti nella sua carriera, vedi "The Nylon Curtain", 1982, e "Storm Front", 1989). Ciononostante, se non avete problemi con Elton John e il pop pianistico, "The Stranger" risulterà disco più che buono e uno dei momenti migliori della carriera di Joel.

"Movin' out", "Only the good die young" e "Get it right the first time" sono le canzoni maggiormente ispirate alle passioni r&b del pianista newyorchese; tre sono anche le ballate: "Just the way you are" è sicuramente la canzone più famosa del disco, una ballata pop romantica che tutti avranno sentito almeno una volta per radio; fa il paio con il tenero lento "She's always a woman", forse eccessivamente mielosa per i nostri gusti ma che ha commosso tanti giudicando dalle vendite del singolo; e infine "Vienna", sul proprio destino di artista ma forse anche dedicata al padre Helmuth, ebreo tedesco e pianista classico fuggito in America durante il nazismo ma poi ritornato in Europa (più precisamente in Austria) lasciando la madre Rosalind (ebrea di origine inglese) e la famiglia nel 1957, quando Billy aveva otto anni.

"The Stranger" è il pezzo più rock dell'album e uno dei migliori, guidato com'è da un ottimo andamento funky di basso e batteria e da un testo incisivo e straziante sul noto tema delle maschere che tutti portiamo nella nostra vita di tutti i giorni; completano l'album "Scenes from an Italian Restaurant", una mini-suite di oltre 7 minuti che mescola rock, r&b e pop in un frullato uptempo che vede Billy al suo meglio anche nelle notevoli descrizioni ambientali; e infine la ballata di ispirazione r&b "Everybody has a dream", che chiude l'album con un bel coro evocativo.

"The Stranger" fu il disco che trasformò Joel in una superstar, raggiungendo per la prima volta la Top Ten americana e producendo quattro singoli di successo. L'anno successivo, però, Joel fece anche meglio (commercialmente parlando, almeno) con quello che è per molti il suo migliore disco di sempre, ovvero "52nd Street". 


Ma questa è un'altra storia.

- Red



Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...