venerdì 16 giugno 2017

Fleet Foxes: "Crack-up" (2017)

Il 16 giugno del 2017 esce "Crack-Up", terzo album dei folk rocker/indie rocker americani Fleet Foxes, guidati dal cantautore Robin Pecknold. Un disco fenomenale, forse il migliore della formazione finora.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/yajby277)

I Fleet Foxes sono beniamini della critica americana sin dalla pubblicazione del primo EP ormai dieci anni fa. Un privilegio di cui hanno certamente abusato, perché nei primi due EP e nel debutto su full length "Fleet Foxes" (2008), a fianco di canzoni catartiche e solenni che si ispirano a tutta quella lunghissima lista di folk/roots rocker e cantautori che va da Bob Dylan agli Okkervil River passando per Neil Young, la Band, Steve Earle e lo Springsteen di "Nebraska" e "The Ghost of Tom Joad", c'era anche tanta noia e tanto materiale ipoarrangiato. Sorry, fanboys, è la dura realtà. Ci dimentichiamo troppo spesso che un disco con due capolavori e dieci brani mediocri non è esso stesso un capolavoro. Il giudizio su un disco di un'ora andrebbe formato su quanto piacere ci fornisce ascoltarlo tutto invece di programmare in playlist giusto uno o due pezzi.

"Helplessness Blues" (2011) ospitava una title track che facilmente sta nelle più belle canzoni del decennio, ma anche quel disco, certamente buono, non arrivava ai livelli di questo "Crack-up", che potrebbe essere il culmine dell'intera carriera di Robin Pecknold (classe 1986) e soci. Qui ci sono due cose che mancavano troppo spesso nelle opere precedenti del gruppo: oltre alla straordinaria atmosfera che sempre sanno creare e che da sempre li caratterizza, impregnata di boschi secolari che guardano sull'Oceano Pacifico e di lunghi silenzi nelle passeggiate sulle Montagne Rocciose, una musica invernale, fatta di aria e acqua e terra, elementale nelle sue espressioni, questa volta ci sono melodie - e che melodie! - e arrangiamenti - e che arrangiamenti!

Il trittico iniziale è vero e proprio sublime: la parte del leone la fa il pezzo iniziale, la suite acustica "I am all that I need/Arroyo Seco/Thumprint Scar", pur se "Cassius -" e "- Naiads, Cassadies" si difendono benissimo. Ottime le armonie corali, strepitoso il suono di batteria che sembra mutuato da quello che è probabilmente il massimo maestro del drumming roots rock, ovvero Levon Helm (stracitato nelle nostre recensioni perché stracopiato da batteristi folk e roots di tre quarti d'America).

Proprio quando "Kept woman", che ripete il suono con una melodia lenta e tediosa, fa temere che il disco si avvii inesorabile verso la noia, arriva la suite "Third of May/Odaigahara" a svegliarci con un altro folk rock catartico dalla melodia inebriante, che culla l'ascoltatore sul suo ondivago tempo in 3/4 e con la sua capacità di cambiare l'intensità, passando dal letargico sussurrato alla Nick Drake a esplosioni sonore di batteria e chitarra acustica come i Jethro Tull folk di "Heavy Horses" ma con cori da Crosby Stills & Nash o Simon & Garfunkel. La fase centrale è comunque quella più di stanca dell'album, che forse si poteva sforbiciare leggermente (dura ben 55 minuti).

"On another ocean" , ma soprattutto "Fool's Errand" ci riportano invece alle melodie struggenti e alle architetture corali che rendono magniloquente e superiore questo disco, e stanno tra i vertici dell'opera.

"I should see Memphis" torna ai tempi inusuali col suo 6/8 denso di archi e il crescendo drammatico, suggestivo e cinematografico delle voci; chiude l'album "Crack-up" che riassume le tematiche musicali del disco dignitosamente, con una sezione fiati che ricorda (ancora una volta) certe partiture della Band.

In buona sostanza, "Crack-up" è di gran lunga il migliore disco dei Fleet Foxes finora, e colloca definitivamente Robin Pecknold nel gotha dei grandi folksinger della tradizione americana. C'è ancora margine di miglioramento, anche se forse questo dovrà passare per una svolta elettrica che ha creato non pochi problemi a band simili, per esempio agli Okkervil River. Vedremo cosa riuscirà a fare il ragazzo coi suoi compari di viaggio.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...